agatos service assistal

Si tratta di un progetto formativo per tecnici saldatori che fornisce una qualificazione professionale e chance occupazionali presso le imprese operanti nel comparto impiantistico

ROMA – Assistal, l’Associazione nazionale costruttori di impianti, dei Servizi di Efficienza Energetica – ESCo e Facility Management nata nel 1946 e aderente a Confindustria, insieme alla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale – ente no profit che opera senza vincoli territoriali nei campi della Sanità, della Ricerca scientifica, dell’Assistenza alle categorie sociali deboli, dell’Istruzione e Formazione, dell’Arte e Cultura – danno il via al progetto “Training for inclusion of welders”.
Il progetto è finalizzato a favorire l’integrazione sociale di persone in condizioni di fragilità, quindi a fornire una qualificazione professionale e chance occupazionali presso le imprese operanti nel comparto impiantistico. Da una recente indagine, si evince che tra le diverse figure professionali, i “saldatori” qualificati sono molto richiesti dalle imprese, pertanto Assistal ha scelto di creare un piano formativo focalizzato sulle tecniche “MIG/MAG a filo continuo”; al termine delle attività didattiche sarà previsto un esame finale, con conseguimento della qualifica di saldatore.

Il progetto formativo per tecnici saldatori è articolato in varie fasi: nella prima fase avviata il 15 giugno, Agatos Service Srl, partner specialista nell’erogazione di “servizi speciali dedicati alla persona”, ha avviato i primi colloqui a Mazara del Vallo (TP), cui seguirà una fase di orientamento degli allievi prima dell’inizio delle attività formative.  Nel mese di agosto, Assistal con la collaborazione di CFS Group Srl, azienda leader nel settore della saldatura, avvierà le prime lezioni del progetto formativo “Training for inclusion of welders”.

“Le azioni previste nel progetto sono concepite in modo integrato per agevolare gli allievi e offrire il massimo sostegno durante  l’intero percorso educativo e formativo, infatti saranno guidati nella prima fase di orientamento e  nelle successive fasi di apprendimento teorico e pratico; l’ampio ricorso a metodologie laboratoriali consentirà ai partecipanti di acquisire le necessarie abilità professionali, da consolidare nel successivo periodo di stage, concepito per offrire una esperienza significativa in azienda. La fase conclusiva di accompagnamento restituirà ai partecipanti un bilancio delle competenze acquisite utile per effettuare le successive scelte professionali”, afferma Assistal. L’associazione realizza costantemente percorsi educativi e formativi, volti a promuovere la cultura, a creare nuove identità professionali, a rafforzare le competenze di persone occupate, non occupate, disoccupate; nel corso degli anni ha portato a termine con successo percorsi dedicati anche alle categorie svantaggiate, sostenendo le persone più fragili come quelle dell’Istituto penitenziario Roma Rebibbia, per il successivo reinserimento sociale e professionale. Assistal, da anni è impegnata a contrastare la emarginazione sociale al fine di promuovere una crescita inclusiva.

“Siamo molto contenti” – ha affermato Angelo Carlini, presidente Assistal – “di intraprendere questo nuovo progetto insieme alla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale che ringrazio per il supporto. Sono convinto che per consentire a tutte quelle persone di realizzarsi e di entrare a pieno nella nostra società, sia necessario favorire il binomio indissolubile tra integrazione e qualificazione. Il progetto appena inaugurato risponde a tutte le necessità, a partire da quelle delle persone coinvolte fino a quelle delle imprese del comparto che hanno bisogno di lavoratori altamente qualificati e specializzati”.

“La Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale ha sposato con convinzione questo progetto, perfettamente in linea con gli obiettivi che la nostra azione da sempre persegue – ha commentato il presidente Emmanuele F. M. Emanuele –. La formazione sul campo, così come l’istruzione universitaria e post-universitaria, rientrano, per mia precisa volontà, tra le nostre priorità statutarie. Sono infatti persuaso che per combattere le gravi emergenze che ci affliggono, ovvero la disoccupazione, la povertà educativa e le diseguaglianze sociali, sia assolutamente prioritario fornire ai giovani gli strumenti e le competenze per poter trovare un lavoro e rendersi indipendenti, senza ricorrere al semplice assistenzialismo che, purtroppo, è una misura emergenziale e ha valenza soltanto nel breve periodo. Il fatto, poi, che questo progetto si rivolga a stranieri immigrati in regola con il permesso di soggiorno, è particolarmente significativo perché unisce al valore della formazione anche quello dell’inclusione e della coesistenza dei popoli”.

cosa è sketchup

SketchUP è ad oggi una delle applicazioni di riferimento per modellazione 3D, stiamo parlando di un software molto particolare, che unisce semplicità a grande intuitività, ecco perchè è diventato in poco tempo uno dei più richiesti ed apprezzati.

Solitamente viene utilizzato nel design in generale, quindi facciamo per lo più riferimento alla progettazione edile, ma in molti lo preferiscono anche per lo sviluppo di videogame, perchè in ogni frangente riesce pur sempre a rappresentare una garanzia.

Le differenti versioni di SketchUP!

Esistono ben 3 versioni differenti di questo software, cerchiamo quindi di scoprirle assieme, perchè spesso si commettere il primo errore proprio nello scegliere:

  • SketchUP Make: si tratta delle versione base, sketchup gratuito per intenderci, che riesce già ad offrire tanti strumenti e permette agli utilizzatori di scoprirne le potenzialità. E’ un programma di  modellazione 3D e può essere utilizzato sia su Mac che Windows, inoltre si possono aggiungere plugin particolari e le immagini, una volta importate, si potranno anche modellare a piacimento.
  • SketchUP Pro: rispetto alla versione precedente, qui non ci troviamo di fronte ad un software basilare, al contrario, sono presenti molti più strumenti, ecco il perchè viene solitamente utilizzato da professionisti del settore. In questo caso si potrà provare SketchUP gratis grazie ad una versione demo che dura 30 giorni, un arco di tempo perfetto così da scoprirne tutte le sue potenzialità; ricordiamo che stiamo parlando di un software che dalla sua può vantare la presenza di strumenti avanzati, così come anche di telecamere, senza dimenticare la classificazione BIM e con tantissimi moduli aggiuntivi tutti da provare.
  • SketchUP Academic: quest’ultima versione è differente, semplicemente perchè realizzata per essere utilizzata da professori, quindi a scopo formativo, all’interno di istituti scolastici.

A cosa serve quindi SketchUP?

corso sketchup e modellazione 3d

Questo software aiuta sicuramente nella modellazione 3D, permettendo quindi agli addetti ai lavori, così come anche agli appassionati, di creare disegni in digitale, sia a livello tridimensionale, che bidimensionale.

E’ estremamente semplice da utilizzare e questo va a rappresentare un chiaro punto di forza, perchè in pochi click si possono già scoprire tutte le sue potenzialità, ecco perchè i professionisti che lavorano con la grafica, o con la modellazione 3D, dovrebbero utilizzarlo da subito, dapprima con qualche SketchUP tutorial e poi magari seguendo un corso specifico, prettamente pratico.

Le figure maggiormente interessate!

Solitamente i professionisti che ne fanno un largo utilizzo sono per lo più:

  • Grafici;
  • I 3D Artist;
  • Tutti coloro che sviluppano videogames;
  • Progettisti e Modellatori 3D;
  • Periti industriali;
  • Geometra;
  • Ingeneri;
  • Architetti.
cni incontra sottosegretario giustizia morrone

Diversi temi all’ordine del giorno per riavviare la stretta collaborazione tra Consiglio Nazionale Ingegneri e Ministero

Il Sottosegretario al Ministero della Giustizia con delega alle professioni, Jacopo Morrone, ha incontrato oggi una delegazione del Consiglio Nazionale Ingegneri formata dal Presidente Armando Zambrano e il Consigliere Segretario Angelo Valsecchi.

L’incontro, avvenuto in un’atmosfera cordiale, ha fornito al CNI l’occasione di stabilire un primo contatto col Sottosegretario e di esporre alcuni importanti provvedimenti di particolare interesse per la categoria degli ingegneri e a tutela dell’utente finale.
Tra i temi trattati la revisione del compenso dei valutatori immobiliari, il completamento del provvedimento relativo all’equo compenso e la possibilità, anche per i professionisti, di accedere al rito del lavoro in caso di contenzioso.

“L’incontro di oggi – ha affermato Armando Zambrano – rappresenta un’ottima premessa per la ripresa di una collaborazione costruttiva col Ministero. Su certi temi è necessario stabilire una sinergia nell’interesse sia dei professionisti sia del Ministero affinché si vada nella direzione di un’accelerazione dei tempi e delle procedure”.

“Tra i provvedimenti su cui abbiamo ragionato – ha aggiunto Angelo Valsecchi – c’è la possibilità di inserire anche i professionisti tra i creditori privilegiati nelle procedure di fallimento”.

qualità delle costruzioni

Una delegazione dell’organizzazione dei professionisti tecnici italiani a confronto su diversi temi, tra cui la rigenerazione urbana e la qualità delle costruzioni.

Incontro al Ministero dei beni e delle attività culturali per la RPT. Una delegazione dell’organizzazione dei professionisti tecnici ha incontrato ieri il Direttore Generale della DGAAP del Ministero, Architetto Federica Galloni, e il Capo Segreteria Tecnica Annalisa Bottoni.

Tra i temi affrontati c’è stato quello dei beni vincolabili. Sul punto la Rete ha chiesto al Ministero di lavorare per la realizzazione di procedure più veloci atte a verificare se un edificio è assoggettabile o meno a un vincolo. Inoltre, è emerso che il Ministero sta lavorando alla realizzazione di linee guida per gli interventi in aree vincolate. In considerazione della carenza di figure tecniche nella pubblica amministrazione, più volte sottolineata dalla Rete, il Ministero ha confermato che procederà quanto prima all’assunzione di un numero notevole di professionisti tecnici.

Oggetto dell’incontro è stato anche il piano di rigenerazione urbana con l’elaborazione delle linee guida sulla qualità delle costruzioni. In particolare, le parti hanno convenuto sull’esigenza di realizzare un coordinamento, su questo tema, tra le professioni tecniche da una parte e Mit e Ministero dei Beni Culturali dall’altro. I rappresentanti della Rete, infine, hanno sottolineato anche la necessità di un coordinamento tra professionisti e il Ministero delle Politiche Agricole sulla questione della tutela del paesaggio agricolo.

decreto genova

I 360 milioni previsti per i prossimi 12 anni sono sufficienti? Perché dobbiamo far pagare ai cittadini quanto poteva da subito pagare Aspi?

A poche ore dall’assemblea nazionale dei delegati dell’edilizia, in programma oggi all’auditorium di Via Rieti a Roma con inizio alle ore 10:00, i sindacati delle costruzioni di Cgil Cisl Uil pongono al Governo 10 domande sul decreto Genova. Domande su cui “ci aspettiamo di avere risposte – fanno sapere le segreterie nazionali di Feneal Filca Fillea – così come ci aspettiamo una risposta alla richiesta avanzata al Governo di istituire al più presto un tavolo per una strategia di rilancio del settore, con il ruolo attivo della Presidenza del Consiglio, delle grandi imprese, delle grandi stazioni appaltanti pubbliche e dei lavoratori del settore”.

10 DOMANDE AL GOVERNO SUL DECRETO GENOVA

  • Non appare contraddittorio con lo spirito del Decreto e con la stessa nascita della Cabina Strategia Italia (art. 40), preoccuparsi del rilancio di Genova e della Liguria e di fatto bloccare le risorse per i cantieri già avviati, come quelli per il Terzo Valico?

  • Perché il decreto non prevede di stabilizzare la quota 60-40 per le manutenzioni in house, stralciando da tale percentuale tutti i lavori di nuova costruzione? Sarebbe il giusto segnale per accelerare Grandi opere, viabilità e progetti di manutenzione.

  • Escludere dai lavori gli operatori economici che hanno partecipazioni dirette o indirette in società concessionarie, non rischia di generare contenziosi e allungare i tempi? I 360 milioni previsti per i prossimi 12 anni sono sufficienti? Perché dobbiamo far pagare ai cittadini quanto poteva da subito pagare Aspi? Non sono troppo diluite nel tempo le risorse per garantire la certezza di pagamento dei Sal (Stato Avanzamento Lavori)?

  • Le lavoratrici e lavoratori di Autostrade, Pavimental, Spea ecc. beneficeranno di appositi ammortizzatori sociali, così come tutti i lavoratori, subordinati o autonomi, cui lavoro è stato comunque ridotto dagli eventi del crollo e da questo decreto?

  • Tutto il processo del nuovo ponte (dalla demolizione alla ricostruzione) avverrà senza gara e in deroga totale al Codice degli Appalti, con assegnazione diretta dei lavori. Vi sarà separazione tra progettazione ed esecuzione? Quale normativa anticorruzione, coordinata dall’Anac, si prevede? Si applicheranno le norme del Codice Appalti e del contratto nazionale dell’edilizia sul limite ai subappalti e sull’applicazione del contratto ai lavoratori? Si applicheranno le Terze Linee Guida antimafia come nel caso della ricostruzione del Centro Italia (settimanale di cantiere inviato anche alle Casse Edili)?

  • Perché la ricostruzione privata a Ischia non è stata equiparata a quella pubblica, con relative tutele previste dal Codice? Anche in questo caso, infatti, con i soldi pubblici, viene finanziato il 100% della ricostruzione. Perché è stata portata a 258 mila euro (dai 150 mila previsti) la soglia per la qualificazione delle imprese ai sensi dell’articolo 84 del Codice? Pur prevedendo la procedura senza gara e senza pubblicazione dei bandi, si applicherà per la ricostruzione degli edifici pubblici l’Offerta Economicamente più Vantaggiosa, visto il richiamo all’art. 77 del Codice? Interventi come quelli istitutivi del Durc per Congruità, condiviso dai sindacati e dalle associazioni datoriali, già applicati in altre circostanze analoghe, saranno replicati?

  • Quale interlocuzione ci sarà tra l’Autorità per i Trasporti, la nuova Agenzia e le organizzazioni sociali direttamente interessate dalla loro attività?

  • Il Decreto prevede una modifica formale del Commissariato Governativo per la ricostruzione del Centro Italia dopo il sisma del 2016. Vi sarà presto una nuova nomina? La strategia di tenere insieme ricostruzione e sviluppo aree interne sarà confermata?

  • L’art. 42 torna a destinare agli enti locali proprietari le risorse per la progettazione degli interventi per la messa in sicurezza delle scuole, dopo la chiusura della struttura di coordinamento Scuole Sicure. Visto che la maggior parte delle risorse finora stanziate non è stata spesa proprio per la carenza di organico o competenze degli enti locali, non si ritiene così di ritardare ulteriormente la messa in sicurezza delle scuole italiane? Non sarebbe stato meglio intervenire per qualificare le stazioni appaltanti locali, ridurne il numero, individuare centrali aggregate in condizione di progettare anche gli esecutivi?

  • Tutto il Decreto non prevede, a differenza del passato, il coinvolgimento delle forze sociali, sindacali e datoriali. Eppure per la ricostruzione è fondamentale il coinvolgimento oltre che degli Enti Locali anche della società civile e delle forze produttive. Questo anche al fine di evitare infiltrazioni, problemi, disagio sociale. Il Governo, direttamente o tramite i Commissari, cosa intende fare? Darà qualche indicazione al riguardo?

Ingegneria delle Tecnologie per il mare

Partono a ottobre le lezioni del nuovo corso di laurea in – Ingegneria delle Tecnologie per il mare – ad Ostia promosso dall’Università degli Studi Roma Tre

Partono a ottobre le lezioni del nuovo corso di laurea in – Ingegneria delle Tecnologie per il mare – ad Ostia promosso dall’Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con la Regione Lazio e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

L’apertura del corso di studi rientra nel più grande progetto della creazione di un polo universitario presso gli spazi dell’ex Enalc Hotel a Ostia, polo in cui, con la collaborazione del Centro Nazionale della Ricerca (CNR) ed in particolare dell’INSEAN, nonché dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), si formeranno i futuri ingegneri destinati a progettare e sviluppare le piattaforme offshore, gli impianti eolici, le turbine sottomarine.

Il corso di studi è pressoché unico in Italia ed offre una preparazione ingegneristica multidisciplinare tipica dei corsi di Marine e Ocean Engineering largamente diffusi all’estero, finalizzata alla soluzione delle problematiche ingegneristiche in ambiente marino, seppure escludendo dagli obiettivi la progettazione e costruzione di imbarcazioni e mezzi navali.

L’attività didattica del corso di Ingegneria delle tecnologie per il mare coniugherà la forte preparazione di base nel campo dell’ingegneria industriale, con un orientamento inedito verso le applicazioni in ambiente marino, sia dal punto di vista delle tecnologie industriali per lo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica, del moto ondoso e delle correnti marine) sia dello sviluppo delle relative infrastrutture costiere e di protezione dei litorali, in ottica di una maggiore sostenibilità ambientale.

Un orientamento in linea con gli indirizzi strategici Blue Growth dell’Unione Europea, tesi a cogliere le opportunità di crescita connesse con l’economia del mare. Il corso di Ingegneria del mare di Roma Tre a Ostia fornirà, inoltre, un’opportunità di valorizzazione del territorio costiero della Regione Lazio promuovendo la naturale vocazione, ancora non pienamente sfruttata, alle attività connesse all’ambiente marino.

Fonte: UnioneIngegneri.com

Toothpic è la prima spin-off in Italia ad aver chiuso un round di finanziamento nell’ambito del programma ITAtech, nato dall’iniziativa di CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) per finanziare iniziative a supporto del trasferimento tecnologico. In particolare, grazie all’accordo stipulato lo scorso gennaio tra il Politecnico Di Torino e la SGR Vertis (Società di Gestione del Risparmio), è stato possibile per Toothpic entrare in contatto con Vertis Venture 3 Tech Transfer (VV3TT), il fondo gestito da Vertis per coordinare le operazioni di ITAtech. Quest’ultima ha come obiettivo la promozione di attività di trasferimento tecnologico derivanti dalla ricerca pubblica, mettendo a disposizione una cifra iniziale di 200 milioni di euro, destinata a crescere. ITAtech autorizza alcune selezionate SGR a creare dei propri fondi di investimento dedicati al supporto di progetti che sono ancora nelle fasi iniziali e necessitano di risorse finanziare per maturare sotto il profilo dello sviluppo tecnologico.

“Con questa iniziativa, il Politecnico di Torino si conferma tra i protagonisti del sistema italiano dell’innovazione ” afferma Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice per il trasferimento tecnologico. “Il primo investimento ITAtech rappresenta non solo un risultato letteralmente ‘storico’ per il Paese, ma dimostra anche la capacità del Politecnico di Torino di creare un’efficace filiera di trasferimento tecnologico che coinvolge i vari soggetti. Un passo in avanti verso la creazione di un intero ecosistema con l’Università al centro. Toothpic, infatti, nasce proprio da una tecnologia all’avanguardia che ha avuto origine da un progetto ERC, e oggi è un’impresa spin-off che può affrontare gli investitori e il mercato”.

Giulio Coluccia, CEO di Toothpic, dice “Siamo entusiasti di aver ottenuto un primo round di finanziamento da Vertis SGR. Con il loro supporto saremo in grado di passare alla fase successiva di sviluppo della nostra piattaforma di autenticazione mobile, progettata per far fronte a una crescente preoccupazione per la sicurezza e la fiducia nelle transazioni mobili, andando incontro ad un’opportunità di mercato che aumenta di oltre il 24% all’anno e supera già 1 miliardo di dollari all’anno”.

“I furti di identità, le violazioni dell’autenticazione degli utenti e le frodi online stanno diventando una delle principali minacce per una moltitudine di servizi e attività online. Metodi di sicurezza obsoleti e scarsa esperienza degli utenti di software e dispositivi possono aumentare la vulnerabilità del sistema e ostacolare la privacy e la sicurezza degli utenti connessi” dichiara Roberto Della Marina, Partner del fondo VV3TT. “Toothpic è in grado di fornire la prima piattaforma di autenticazione sicura a più fattori pronta per essere implementata nella maggior parte dei telefoni cellulari e terminali già in uso. Siamo entusiasti di supportare Toothpic mentre lavorano per costruire una grande azienda in un mercato entusiasmante”.

Pier Luigi Gilibert, Chief Executive di FEI, commenta: “EIF è lieta di supportare il primo investimento in una società con ITAtech. Questa iniziativa consente al FEI di sfruttare l’esperienza di CDP e l’accesso esclusivo al mercato italiano, contribuendo a sviluppare le attività di trasferimento tecnologico in Italia. Questa partnership congiunta aiuta il FEI a svolgere un ruolo catalizzatore nel dare il via a questo mercato poco presidiato e sostenere progetti in fase iniziale come ToothPic”  Leone Pattofatto, Chief Strategic Equity Officer di CDP, aggiunge: “Dopo aver visto un interesse significativo da parte dell’industria di gestione dei fondi e dell’ambiente di ricerca italiano, ora vediamo lo “smart capital” di EIF e CDP al lavoro.

Questo dimostra come il settore tecnologico italiano sia vibrante e capace di esprimere innovazioni all’avanguardia. ITAtech è una vittoria definitiva per CDP e EIF, le istituzioni promozionali italiane ed europee, impegnate a pieno titolo nella promozione della competitività italiana”.

La Greca succede nella carica al prof. Maurizio Tira, rettore dell’Università degli Studi di Brescia che ha retto il CeNSU negli ultimi quattro anni. Il prestigioso istituto, Ente morale riconosciuto dal Presidente della Repubblica, da oltre 50 anni opera al fine di incrementare l’interesse per gli studi urbanistici, promuovendo iniziative culturali, di informazione e di aggiornamento favorendo anche la collaborazione con le Associazioni e gli Enti Pubblici che curano, sia in sede di studio che di attuazione, la soluzione delle questioni urbanistiche.

Il Presidente del CNI, Armando Zambrano, e il consigliere Fede, anch’egli componete della giunta esecutiva del CeNSU, sono stati fra i primi a congratularsi con il neo presidente dicendosi certi che egli saprà proseguire l’azione incisiva dell’Istituto, organo qualificato di consulenza per il Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

La Greca, nel suo discorso di insediamento ha indicato le priorità della sua azione che, in armonia allo Statuto, sarà volta ad accrescere l’attenzione degli ingegneri italiani sulle questioni urbanistiche di interesse nazionale e, soprattutto, a valorizzare l’apporto dell’attività professionale e della loro specifica competenza sulla rigenerazione resiliente del territorio, la mitigazione e l’adattamento ai rischi, in particolare simici, climatici e idrogeologici, l’integrazione con la pianificazione dei trasporti per l’accessibilità diffusa, la salvaguardia e valorizzazione sostenibile delle risorse non rinnovabili.

Ha evidenziato, inoltre, come gli ingegneri sappiano traguardare le innovazioni e il mutamento in atto con atteggiamento positivo che li pone sul fronte di un’azione avanzata e multidisciplinare in grado di affrontare le sfide più rilevanti che l’urbanistica e la pianificazione territoriale si trovano a dover fronteggiare. Una loro prerogativa è, infatti, proprio quella di essere guidati da una logica evolutiva che li porta a declinare ottimisticamente gli scenari futuri e le trasformazioni profonde che interessano l’economia e la società in tempo di crisi.

Le vacanze sono un momento tanto atteso, ma quando arriva l’ora di partire e lasciare l’abitazione per un po’ di tempo, ecco che iniziano a sorgere le prime preoccupazioni. Secondo un’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca mUp Research e condotta con l’ausilio di Norstat su un campione rappresentativo della popolazione nazionale, una delle principali paure degli italiani che quest’anno andranno in ferie è che qualcuno approfitti dell’assenza estiva per insediarsi abusivamente in casa; timore esplicitamente indicato da più di 5,2 milioni di nostri connazionali, vale a dire quasi 1 adulto su 6.

Polizza Casa. Dal furto al gas aperto, (quasi) tutti hanno almeno una paura

Fa riflettere il fatto che, come emerge dall’indagine, tutti, o quasi, abbiano paura; il 95,5% di chi quest’anno andrà in vacanza ammette di avere almeno una preoccupazione legata alla lontananza da casa. Ma quali sono quelle più comuni?
Al primo posto della classifica si trova il timore di subire un furto in casa; una paura indicata dal 63,5% dei rispondenti, pari a 22,6 milioni di italiani.

«Con un polizza casa adeguata, oltre a proteggere l’immobile con sistemi antintrusione, è possibile tutelarsi con un’apposita polizza che consente, in caso di furto, di ottenere il risarcimento dei beni sottratti e degli eventuali danni causati dai ladri», spiega Lodovico Agnoli, responsabile new business di Facile.it. «Si tratta normalmente di garanzie aggiuntive a pacchetti assicurativi più ampi dedicati alla protezione dell’abitazione, coperture che iniziano a prendere sempre più piede anche in Italia; analizzando le domande di polizze casa raccolte tramite il portale nei primi cinque mesi del 2018, abbiamo registrato una crescita del 13% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.».

Di certo ad incidere sull’aumento dell’interesse verso una polizza casa piuttosto che un altra c’è, da un lato la maggiore conoscenza del prodotto, dall’altro il costo, molto basso rispetto ai benefici che portano.

«Se guardiamo alla sola garanzia furto, il premio base parte da circa 5 euro al mese, costo che aumenta in relazione all’ubicazione e alle caratteristiche dell’immobile, nonché alla somma che si intende assicurare. A questo proposito – continua Agnoli – è importante considerare che, in caso di intrusione, il risarcimento viene calcolato “a primo rischio assoluto” e che l’assicurazione rimborserà il contraente fino a un valore massimo pari a quello indicato nel contratto. È quindi fondamentale stimare con attenzione gli oggetti che abbiamo in casa perché proprio da questa valutazione dipenderà sia il costo della polizza, sia il risarcimento che potremo ottenere.».

Continuando a scorrere la classifica delle paure di chi parte per le vacanze, al secondo posto c’è quella di aver dimenticato a casa i documenti o i biglietti di viaggio; un timore che accomuna più di 10,2 milioni di italiani, pari al 28,8% di chi farà le ferie.

Al terzo posto si posiziona la paura, esplicitamente citata da 7,7 milioni di cittadini, di aver lasciato porte o finestre aperte (21,7%); una preoccupazione legata non solo ai topi d’appartamento, ma anche ad eventuali danni che l’abitazione può subire a causa del maltempo.

Altra preoccupazione tipica di chi va in ferie, spesso causa di dietrofront a pochi minuti dalla partenza, è quella di aver dimenticato il gas (14,5%) o il rubinetto (7,6%) aperti. «Bisogna fare molta attenzione alle dimenticanze», sottolinea Angoli «perché anche quando si è assicurati con una polizza casa, se il danno è agevolato o causato da un comportamento negligente del contraente, la compagnia potrebbe negare il rimborso.».

Donne e uomini: chi ha più paure?

Interessante notare come i timori siano differenti a seconda che a partire sia un uomo o una donna. Se la paura di subire un furto in casa è, seppur di poco, percepita in misura maggiore dagli uomini (65,2% contro il 61,8% delle donne), è alla voce “dimenticanze” che si vedono le differenze più significative. Guardando alle risposte delle donne, il 33,2% dichiara di aver paura di scordare i documenti o i biglietti a casa (contro il 24,2% degli uomini), il 27,1% teme di lasciare porte o finestre aperte (contro il 16,1% degli uomini) e il 18,1% di dimenticare il gas aperto (solo il 10,9% degli uomini). Saranno più attenti i maschietti oppure è più spesso la donna a doversi occupare dei preparativi del viaggio, ansie incluse?

Età, provenienza e nucleo familiare

Dati curiosi emergono analizzando le risposte in base all’età; se è vero che le prime tre paure in classifica sono comuni a tutti gli italiani, indipendentemente dall’anno di nascita, è interessante notare come gli under 35 abbiano più paura di dimenticare qualcosa rispetto agli over 35. Se si guarda, ad esempio, al timore di scordare i biglietti di viaggio o i documenti, è quasi il 50% degli under 35 ad ammettere di avere questa preoccupazione mentre, tra gli over 35, solo il 22%. Viceversa, chi ha più di 35 anni risulta aver più paura dei furti in casa rispetto a chi di anni ne ha meno.

Interessante inoltre notare come, guardando alle risposte da un punto di vista geografico, non emergano significative differenze, segno che, quando si parla di questo genere di paure, gli italiani sembrano essere concordi nel condividere le stesse preoccupazioni.

Analizzando i dati in base alla dimensione del nucleo familiare, infine, emerge che all’aumentare del numero di persone in famiglia, crescono le paure, soprattutto quelle di dimenticare qualcosa.

Economia circolare: partiamo dall’energia – teleriscaldamento a biomassa: un investimento per il territorio.

Righini, presidente FIPER: “dai risultati dell’indagine si dimostra come e in che misura il teleriscaldamento a biomassa garantisce un’importante funzione di presidio e gestione del territorio e riduca le polveri sottili e la CO2. Un progetto di primario interesse per i decisori pubblici o gli imprenditori impegnati a promuovere iniziative di sviluppo territoriale”

In occasione del convegno FIPER: “economia circolare: partiamo dall’energia” tenutosi a Roma presso il Palazzo Santa Chiara sono stati presentati i risultati dello studio “teleriscaldamento a biomassa: un investimento per il territorio”.
Lo studio risponde all’esigenza di fornire indicazioni chiare e dati puntuali circa la convenienza ambientale, economica e occupazionale per un dato territorio di avviare un impianto di teleriscaldamento a biomassa. L’idea di fondo è che il teleriscaldamento a biomassa costituisca un intervento strutturale di primario interesse generale per il territorio e che, quindi, debba essere sempre considerato dal decisore pubblico per pianificare il rilancio delle zone rurali e montane. La valutazione di questi progetti prescinde quindi dall’esclusiva analisi energetica.

Lo studio dimostra come teleriscaldare un territorio crei i presupposti per lo sviluppo di altre infrastrutture a servizio della comunità, quali i sistemi di cablaggio per la connessione internet veloce, funzionali a attirare nuove imprese e giovani nelle aree definite “interne”.

Raccontare l’esperienza dei territori a partire dalla raccolta dei “dati di campo” è la novità di questa pubblicazione, il cui lavoro principale ha riguardato la conoscenza e l’analisi diretta del funzionamento degli impianti di teleriscaldamento “target” e della relativa catena di fornitura, la cosiddetta “filiera bosco-legno-energia”.

Un mondo caratterizzato da piccole, microimprese spesso a conduzione familiare, in cui il paesaggio montano rappresenta elemento saliente nella costruzione della propria identità e del senso di appartenenza al luogo. In termini ambientali e energetici, dal campione dei 65 impianti di teleriscaldamento a biomassa analizzati dal Politecnico di Milano, risulta un risparmio di energia fossile primaria1 compreso tra il 60% e il 80%, un valore molto elevato rispetto all’impiego di altri combustibili fossili e non. Risparmi analoghi si registrano per l’anidride carbonica (CO2) immessa nell’atmosfera. Da questa prospettiva, il TLR a biomassa è tra le tecnologie più performanti e non ha rivali in termini di produzione di energia rinnovabile e riduzione di emissioni climalteranti. Per quanto riguarda le altre emissioni in atmosfera, lo studio si è concentrato sulla produzione di polveri sottili (PM) che hanno assunto una particolare importanza a livello nazionale. L’analisi e la gestione del PM rappresenta una tematica molto discussa proprio in relazione alla combustione della biomassa e agli impatti sulla salute degli abitanti. Le valutazioni condotte evidenziano come gli impianti in questione permettano un significativo miglioramento rispetto ai dispositivi domestici a biomassa (caldaie/stufe a legna) e risultino comunque più vantaggiosi delle caldaie a gasolio, considerati il mix tecnologico di riferimento standard per le zone montane. Per esempio, un impianto di dimensioni medie (circa 5 MW) rispetto all’utilizzo dei dispositivi domestici a biomassa consente di evitare emissioni per circa 10 tonnellate di polveri su base annua.

Negli ultimi anni all’interno del dibattito condotto dai Paesi aderenti alla “Convenzione delle Alpi, si si è posta sempre più l’attenzione sull’impatto economico che la filiera biomassa-energia produce sui territori alpini. In assenza di un’analisi puntuale a livello italiano dell’impatto del TLR a biomassa in termini di sviluppo territoriale, la sezione economica di questa pubblicazione ha voluto colmare questo “vuoto” di dati e indicazioni a partire dall’analisi della catena di fornitura locale.
In particolare, lo studio ha valutato le ricadute economiche e occupazionali a livello di impatto diretto, indiretto, di indotto e fiscale.

Il target “locale” selezionato per calcolare l’entità dell’impatto è formato da 13 impianti di TLR a biomassa distribuiti in quattro aree distinte ed eterogenee per tecnologia adottata, conformazione orografica, densità di popolazione, zona climatica e caratteristiche della filiera.

Dall’elaborazione dei dati economici e finanziari delle imprese della filiera bosco-legno-energia coinvolte nell’indagine, l’impatto economico monetario generato a livello locale si attesta in 50 milioni di Euro/annuo, mentre l’effetto occupazionale è di 520 Unità Lavorative Annue (ULA).

In termini di effetto moltiplicativo, ciò sta ad indicare che per ogni euro aggiuntivo fatturato dagli impianti di TLR del campione si genera un impatto complessivo sul sistema economico di circa 2,65 €. Sul fronte occupazionale invece, per ogni ULA impiegata dal TLR ne vengono attivate 15,5 lungo tutta la filiera e nelle imprese collegate. Estendendo i risultati ottenuti su scala nazionale si ottiene che le ricadute dei impianti di TLR a biomassa esistenti corrispondono a 320 Milioni di euro/anno e di 3.300 ULA. Si è poi determinato il valore delle ricadute dei potenziali impianti di TLR a biomassa realizzabili nelle zone climatiche E ed F2 che risultano comprese tra 450 e 680 Milioni di euro/anno e tra 5.300-8.000 ULA a seconda dello scenario identificato.

Non meno importanza, il valore dell’impatto fiscale prodotto limitatamente alle imposte dirette risulta pari a 0,7 Milioni di euro/anno per il campione di 13 impianti analizzati, mentre a livello nazionale il valore si attesta intorno ai 4,6 Milioni di euro/anno (impianti esistenti). Si tratta di entrate quasi completamente a favore dei comuni interessati e, quindi, ancora una volta di stretto interesse locale, realizzando de facto un federalismo fiscale.

Commenta Righini, presidente FIPER: “lo studio dimostra come l’avvio di un impianto di teleriscaldamento produca un immediato beneficio per l’intera filiera del legno, garantendo un’importante funzione di presidio e gestione del territorio e riducendo le polveri sottili e la CO2 rispetto alle altre fonti disponibili sul territorio tale da renderlo un progetto di primario interesse per i decisori pubblici o gli imprenditori impegnati a promuovere iniziative di sviluppo territoriale”.