riforma cartabia corso ctu

La riforma Cartabia, un ambito di discussione caldo nel panorama giuridico italiano, ha portato significative trasformazioni al processo civile, ridefinendo le regole del gioco per avvocati, magistrati e consulenti tecnici d’ufficio (CTU). In questo articolo, esploreremo le sfide e le opportunità create da questa rivoluzione silenziosa, soffermandoci sul ruolo cruciale che la CTU svolge in questo contesto di cambiamento.

La riforma Cartabia è stata pensata per semplificare e modernizzare il processo civile italiano, portando in primo piano l’efficienza e la celerità. La digitalizzazione è al centro di questo cambiamento, con l’obiettivo di ridurre i tempi e i costi delle procedure legali. Tuttavia, questa trasformazione non è priva di sfide, richiedendo una profonda comprensione da parte di tutti gli attori coinvolti.

Il Ruolo della CTU nella Nuova Realità Legale

In questo scenario di cambiamento, la figura della Consulenza Tecnica d’Ufficio emerge come elemento cruciale per garantire una giustizia equa ed efficace. La CTU, già fondamentale nella valutazione delle perizie tecniche, assume ora un ruolo ancor più strategico nel contesto telematico. La sua competenza diventa determinante per navigare tra i nuovi strumenti digitali, garantendo che il processo mantenga la sua integrità e qualità. L’implementazione del processo telematico non è priva di sfide. Dall’adattamento alle nuove piattaforme digitali alla gestione delle perizie in formato elettronico, la CTU si trova di fronte a nuove dinamiche e competenze richieste. Tuttavia, queste sfide sono anche un’opportunità per gli esperti della CTU di dimostrare la propria flessibilità e padronanza delle nuove tecnologie.

L’Importanza dell’Aggiornamento Professionale

In questo contesto in evoluzione, è fondamentale per gli esperti della CTU rimanere costantemente aggiornati. Corsi specifici che affrontano le nuove normative e le sfide del processo telematico diventano un investimento cruciale per garantire un’eccellenza professionale. L’approfondimento di competenze digitali diventa parte integrante della missione della CTU di fornire consulenze tecniche affidabili e competenti. Si consiglia di seguire un corso professionale aggiornato al processo telematico ed alla riforma Cartabia.

Conclusione: Navigare il Futuro con Competenza

La riforma Cartabia rappresenta una trasformazione significativa nel mondo giuridico italiano, richiedendo adattamento e comprensione da parte di tutti gli attori coinvolti. In particolare, la CTU emerge come protagonista di questo cambiamento, con la sua competenza tecnica e la capacità di adattarsi alle nuove sfide. Affrontare il futuro richiede un impegno costante verso l’aggiornamento e l’eccellenza professionale, garantendo che la giustizia mantenga il suo ruolo fondamentale nella società italiana.

comunicazione aggiornamenti alfabetizzazione digitale

Gentilissimi,

Desideriamo fornire un chiarimento in merito agli ultimi sviluppi.
In base a quanto stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) del Comparto Istruzione e Ricerca, sottoscritto in data 18/01/2024, si specifica che:

Tutte le certificazioni informatiche non certificate da Accredia non sono ritenute valide come titoli di accesso per partecipare al bando per il personale ATA.

Ad oggi è vero che EIPASS  ed ICDL sono organismi accreditati da ACCREDIA ma secondo quanto riportato in un comunicato ufficiale da Accredia, la certificazione richiesta per questo bando potrebbe essere unicamente quella in linea con DIGCOMP 2.2.

Tuttavia, affinché questa affermazione diventi definitiva, è necessario che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIM) la confermi.

Al momento, non è stata emessa alcuna circolare ufficiale in proposito, pertanto ribadiamo il nostro consiglio di attendere ulteriori sviluppi.

Agatos è sia Ei-center EIPASS, sede ICDL AICA che Pekit Center ma siamo in attesa di aggiornamenti da parte degli enti certificatori riguardo le procedure da attuare.

Vi invitiamo a diffidare da enti che indicano con certezza la validità di presunte Certificazioni di alfabetizzazione digitali.

Al momento non esiste una scadenza concorsuale definita, e potrebbe esserci anche un possibile slittamento delle graduatorie ATA.

Questo messaggio è volto a tranquillizzare gli studenti e chi è già in possesso di una certificazione Eipass, Icdl o Pekit, sottolineando che non c’è alcun motivo di affrettarsi, poiché agire in fretta potrebbe comportare errori.

Ringraziamo anticipatamente per la vostra preziosa collaborazione e auguriamo un buon proseguimento di giornata

Cordiali saluti,

Agatos Sevice Srl

diventare un Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU)

Chi è il consulente Tecnico d’ufficio?

Il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) è una figura professionale di fondamentale importanza nei processi giudiziari. Il suo compito è quello di fornire una valutazione tecnica su una specifica questione oggetto di un processo. La sua nomina avviene a seguito di una richiesta avanzata dalle parti coinvolte o su iniziativa del giudice. Il CTU può essere scelto tra gli iscritti in un apposito elenco redatto dai tribunali o, in alcuni casi, anche tra i professionisti individuati dalle parti in causa.

Il CTU ha il compito di fornire al giudice una valutazione oggettiva e tecnicamente attendibile sulla materia oggetto del processo, in modo che questi possa prendere decisioni basate su elementi concreti e affidabili. Per questo motivo, il CTU deve possedere una conoscenza approfondita della materia in questione, nonché delle normative che la regolamentano. Inoltre, deve avere una buona conoscenza delle procedure giudiziarie e delle tecniche di redazione di relazioni tecniche, in modo da presentare al giudice una relazione chiara e completa.

La nomina del Consulente Tecnico d’Ufficio

La nomina del CTU è un momento cruciale del processo, in quanto la sua valutazione tecnica può influire significativamente sulle decisioni del giudice e, di conseguenza, sui diritti delle parti coinvolte. Per questo motivo, il CTU ha l’obbligo di mantenere costantemente aggiornate le proprie conoscenze e competenze, partecipando a corsi di formazione e aggiornamento professionale. In questo modo, può garantire la correttezza delle sue valutazioni tecniche e la tutela dei diritti delle parti coinvolte nel processo.

Come si diventa CTU nei Tribunali?

Per soddisfare gli obblighi formativi specifici, è necessario seguire le leggi e i regolamenti propri di ogni professione. Ad esempio, per diventare CTU medico, è richiesto di possedere la laurea in medicina e specializzarsi in una specifica branca, seguita da almeno cinque anni di esperienza professionale e frequentare corsi di formazione specifici.

È fondamentale che il CTU mantenga costantemente aggiornate le proprie conoscenze e competenze partecipando a corsi di formazione e aggiornamento professionale. In questo modo, può garantire la correttezza delle sue valutazioni tecniche e la tutela dei diritti delle parti coinvolte nel processo.

Quale corso scegliere per diventare Consulente Tecnico d’Ufficio?

Molti tribunali richiedono un corso di formazione di almeno 20 ore per poter inserire nell’albo dei CTU.

Se sei interessato a diventare CTU o vuoi aggiornare le tue competenze, ti consigliamo di seguire il nostro corso, che ottempera ai requisiti richiesti da suddetti soggetti. Per maggiori informazioni, visita il nostro corso online Corso CTU Aggiornato alle nuove norme sul processo telematico.

corso diisocianati

Il Regolamento (UE) n. 2020/1149 ha introdotto l’obbligo di idoneità professionale per tutte le attività a contatto con prodotti contenenti diisocianati, da acquisire entro il prossimo 24 agosto attraverso idonei corsi di formazione. Esaminiamo i motivi di questa restrizione europea e come adempiere all’obbligo di legge.

I diisocianati sono un gruppo molto ampio di composti chimici caratterizzati dalla presenza di due unità di cianati ed un’unità di idrocarburi alifatici o aromatici; essi sono classificati in modo armonizzato come sensibilizzanti delle vie respiratorie di categoria 1 e come sensibilizzanti della pelle di categoria 1, oltre a possedere elevata tossicità acuta e evidenze sospette o accertate di cancerogenicità. La valutazione effettuata nell’ambito dei passaggi di approfondimento REACh ha evidenziato a livello UE la comparsa di oltre 5.000 nuovi casi all’anno di asma professionale da isocianati, un dato ritenuto inaccettabile. La sensibilizzazione a diisocianati conduce ad una forma particolarmente grave di asma, ad andamento irreversibile e degenerativo, e può essere innescata anche dal contatto cutaneo ed anche a basse dosi espositive: sono estremamente importanti le prassi di lavoro, i presidi di protezione collettiva e individuale e l’addestramento del personale coinvolto.

Attraverso il Regolamento (UE) 2020/1149 la Commissione europea ha dunque introdotto la restrizione n. 74 nell’allegato XVII del Regolamento n. 1907/2006 (c.d. REACh), che limita l’uso dei diisocianati in prodotti con concentrazioni pari o superiori allo 0,1% in peso nelle applicazioni industriali e professionali ai soli casi in cui gli operatori coinvolti abbiano conseguito una specifica idoneità professionale, da ottenere entro il 24 agosto 2023 mediante la frequenza a idonei corsi di formazione e l’attestazione finale del completamento con esito positivo.

Soggetti ai nuovi obblighi di qualificazione professionale risultano tutti gli “utilizzatori industriali e professionali” dei prodotti, ovvero non solo i lavoratori dipendenti ma anche i lavoratori autonomi (es. artigiani), e coloro che pur non direttamente addetti alle lavorazioni con diisocianati sono incaricati della supervisione di tali attività (preposti, capireparto, capiturno, …).

Il training disposto dal regolamento, di durata quinquennale, può essere svolto anche online e dev’essere condotto da un esperto in materia di salute e sicurezza sul lavoro con competenze acquisite attraverso una pertinente formazione professionale; prevede un modulo di formazione generale e eventuali moduli intermedio ed avanzato per alcuni specifici utilizzi, col seguente schema:

  1. training base per tutti gli usi industriali e professionali; deve comprendere almeno i seguenti argomenti:
  • chimica dei diisocianati;
  • pericoli di tossicità (compresa tossicità acuta);
  • esposizione ai diisocianati;
  • valori limite di esposizione professionale;
  • modalità di sviluppo della sensibilizzazione;
  • odore come segnale di pericolo;
  • importanza della volatilità per il rischio;
  • viscosità, temperatura e peso molecolare dei diisocianati;
  • igiene personale;
  • attrezzature di protezione individuale necessarie, comprese le istruzioni pratiche per il loro uso corretto e le loro limitazioni;
  • rischio di esposizione per contatto cutaneo e per inalazione;
  • rischio connesso al processo di applicazione utilizzato;
  • sistema di protezione della pelle e delle vie respiratorie;
  • ventilazione;
  • pulizia, fuoriuscite, manutenzione;
  • smaltimento di imballaggi vuoti;
  • protezione degli astanti;
  • individuazione delle fasi critiche di manipolazione;
  • sistemi di codici nazionali specifici (se pertinente);
  • sicurezza basata sui comportamenti (behaviour-based)
  1. training intermedio per i seguenti usi: — manipolazione di miscele all’aperto a temperatura ambiente (compresi tunnel per la produzione di schiuma); — applicazione a spruzzo in cabina ventilata; — applicazione con rullo; — applicazione con pennello; — applicazione per immersione o colata; — trattamento meccanico successivo (ad esempio taglio) di articoli non completamente stagionati che non sono più caldi; — pulitura e rifiuti; — qualsiasi altro uso con un’esposizione simile per via cutanea e/o per inalazione; deve comprendere almeno i seguenti argomenti:
  • tutti quelli del training base
  • ulteriori aspetti basati sui comportamenti (behaviour-based);
  • manutenzione;
  • gestione dei cambiamenti;
  • valutazione delle istruzioni di sicurezza esistenti;
  • rischio connesso al processo di applicazione utilizzato
  1. training avanzato per i seguenti usi: — manipolazione di articoli non completamente reagiti (ad esempio, appena reagiti, ancora caldi); — applicazioni per fonderie; — manutenzione e riparazioni per le quali è necessario accedere alle attrezzature; — manipolazione all’aperto di formulazioni calde o bollenti (> 45 °C); — applicazione a spruzzo all’aperto, con ventilazione limitata o esclusivamente naturale (anche in grandi capannoni industriali) e applicazione a spruzzo ad alta pressione (ad esempio schiume, elastomeri); — qualsiasi altro uso con un’esposizione simile per via cutanea e/o per inalazione; deve comprendere almeno i seguenti argomenti:
  • tutti quelli del training base
  • tutti quelli del training intermedio
  • eventuali certificazioni ulteriori necessarie per gli usi specifici previsti;
  • applicazione a spruzzo al di fuori dell’apposita cabina;
  • manipolazione all’aperto di formulazioni calde o bollenti (> 45 °C)

Come si può notare, il Regolamento ha definito i contenuti minimi obbligatori mentre non ha definito una durata minima: questa andrà definita nella fattispecie in base alla complessità dei processi di lavoro.

I prodotti che possono contenere diisocianati sono moltissimi, in particolare resine bicomponenti, adesivi, sigillanti, rivestimenti, schiume, vernici e pitture: l’ambito applicativo può spaziare dalle carrozzerie, a molte lavorazioni dell’edilizia, alla produzione di mobili (in particolare di imbottiti) ed elettrodomestici o di componentistica varia. Non sono state previste deroghe per prodotti o utilizzi particolari: la condizione che rende obbligatoria la formazione e’ la sola presenza di uno o più diisocianati liberi in concentrazioni individuali pari o superiori allo 0,1% in peso nel prodotto in uso.

E’ essenziale verificare le schede di sicurezza alla sezione 3, che esplicita la composizione del prodotto fornito, e controllare le etichette fornite insieme al prodotto: per i prodotti interessati dal nuovo obbligo l’etichetta dovrebbe già riportare, dal 24 febbraio 2022, la frase “A partire dal 24 agosto 2023 l’uso industriale o professionale è consentito solo dopo aver ricevuto una formazione adeguata”.

Il corso di dattilografia di Agatos Service è pensato per aiutare le persone a sviluppare una buona tecnica di digitazione, aumentare la velocità di scrittura e ridurre gli errori. È particolarmente utile per coloro che lavorano in ambito amministrativo e trascorrono molte ore al computer, ma può essere utile anche a chiunque desideri imparare a digitare in modo più efficiente. Grazie al corso, sarà possibile acquisire le competenze necessarie per scrivere con le dieci dita senza dover guardare continuamente la tastiera, aumentando la produttività e la precisione nella digitazione.

Il corso di dattilografia di Agatos Service è un’opportunità per chi vuole migliorare la propria tecnica di digitazione e aumentare la velocità di scrittura al computer. Offre una formazione completa, che parte dalle basi e arriva all’utilizzo avanzato della tastiera.

Durante il corso di dattilografia di Agatos, saranno trattate le seguenti tematiche:

  • Impostazione corretta della postura e della posizione delle mani sulla tastiera
  • Utilizzo delle dita in modo ottimale per digitare più velocemente e con meno sforzo
  • Imparare a digitare con le dieci dita senza guardare la tastiera
  • Esercizi pratici per aumentare la velocità e la precisione nella digitazione
  • Consigli e trucchi per digitare in modo efficiente in diverse situazioni lavorative

Il corso di dattilografia di Agatos è rivolto a tutti, sia a chi è alle prime armi con la tastiera sia a chi ha già esperienza di digitazione ma vuole perfezionare la propria tecnica.

È particolarmente indicato per coloro che lavorano nell’ambito amministrativo (ATA-A), garantendo 1 punto per le graduatorie, ma può essere utile anche a chiunque desideri imparare a digitare in modo più efficiente.

Grazie all’apprendimento delle tecniche di digitazione con le dieci dita, sarà possibile aumentare la produttività e ridurre gli errori nella scrittura al computer, sia in ambito lavorativo che personale.

Cosa cerchiamo

n.°2 Consulenti didattici

Sedi: Mazara del Vallo (TP) e Partanna (TP)

Descrizione azienda:

Agatos Service, azienda leader in Italia nei corsi di formazione professionale, in presenza e online, può vantare un’esperienza decennale nel settore della formazione per aziende, professionisti e docenti. Negli anni, Agatos ha ottenuto numerosi riconoscimenti e accreditamenti tra i quali: accreditamento alla Regione Siciliana, al D.A.S.O.E, agli Ordini Professionali Nazionali (Geometri, Ingegneri e Periti Industriali) e, dal 2021 è anche ente accreditato MIUR, Ministero dell’istruzione, università e ricerca.

E’ anche Test Center: British Istitutes, AICA ECDL, EIPASS e PEKIT, per le certificazioni linguistiche e informatiche, ed ente attuatore dei fondi interprofessionali FonARCom, ForTer e Fondimpresa.

Grazie ai suoi accreditamenti, Agatos sviluppa corsi di formazione per aziende, professionisti, docenti (o aspiranti tali) ed impiantisti, nonché per chiunque voglia conseguire un titolo spendibile nel mondo del lavoro.

Descrizione Posizione:

  • Sviluppo del mercato di riferimento attraverso l’identificazione di nuove opportunità di business;
  • Gestione completa delle negoziazioni commerciali finalizzata all’acquisizione di nuovi clienti;
  • Supporto al manager nella pianificazione, definizione e implementazione delle strategie commerciali;

Requisiti

Ecco cosa ci piacerebbe avessi:

Diploma quinquennale in qualsiasi indirizzo, la laurea è un plus.
Pregressa esperienza nella consulenza e vendita di servizi; rappresenta un plus una pregressa esperienza commerciale nel settore.
Ottime capacità di comunicazione e forte orientamento agli obiettivi

Altre informazioni

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    Coordinatore della Sicurezza chi è Che compiti ha

    Il Coordinatore della sicurezza è una figura molto importante all’interno di un cantiere. La sua definizione si può incontrare all’interno del TITOLO IV – CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI, CAPO I – MISURE PER LA SALUTE E SICUREZZA NEI CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI del Decreto Legislativo 81/08 sulla sicurezza sul lavoro.

    All’interno dell’articolo 89 si possono leggere due tipi di coordinatore della sicurezza:

    • coordinatore in materia di sicurezza e di salute durante la progettazione dell’opera, di seguito denominato coordinatore per la progettazione, CSP, ovvero quel soggetto incaricato, dal committente o dal responsabile dei lavori, dell’esecuzione dei compiti come la redazione del piano di sicurezza e di coordinamento e del fascicolo adattato alle caratteristiche dell’opera, contenente le informazioni utili ai fini della prevenzione e della protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, tenendo conto delle specifiche norme di buona tecnica e dell’allegato II al documento UE 26 maggio 1993;
    • coordinatore in materia di sicurezza e di salute durante la realizzazione dell’opera, di seguito denominato coordinatore per l’esecuzione dei lavori CSE, ovvero quel soggetto incaricato, dal committente o dal responsabile dei lavori, dell’esecuzione dei compiti come la verifica, con opportune azioni di coordinamento e controllo, dell’applicazione da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioni loro pertinenti contenute nel piano di sicurezza e di coordinamento, ma anche la verifica dell’idoneità del piano operativo di sicurezza, da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e coordinamento, assicurandone la coerenza con quest’ultimo.

    Cosa prevede la normativa di riferimento

    Il coordinatore per la progettazione deve essere designato in quei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea. Il compito della nomina è nelle mani del committente dei lavori. Ciò vale anche per il  coordinatore per l’esecuzione dei lavori.

    Il committente può rivestire il ruolo di CSE o CSP, se possiede un diploma di geometra o perito industriale o perito agrario o agrotecnico, nonché attestazione, da parte di datori di lavoro o committenti, comprovante l’espletamento di attività lavorativa nel settore delle costruzioni per almeno tre anni. In alternativa, il committente che vuole ricoprire il ruolo di CSP o CSE deve essere in possesso di specifiche lauree.

    Una volta individuati questi ruoli, il committente deve dare comunicazione del nominativo alle imprese affidatarie.

    Compiti del CSE e CSP

    Il coordinatore della sicurezza ha dei compiti:

    • redige il piano di sicurezza e di coordinamento secondo le direttive dell’allegato XV sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri mobili o temporanei;
    • predispone un fascicolo adattato alle caratteristiche dell’opera contenente le informazioni utili ai fini della prevenzione e della protezione dai rischi cui sono esposti i lavoratori, tenendo conto delle specifiche norme di buona tecnica e dell’allegato II al documento UE 26 maggio 1993;
    • se necessario, valuta il rischio dovuto alla presenza di ordigni bellici inesplosi rinvenibili durante le attività di scavo nei cantieri;
    • richiede di procedere alla bonifica preventiva del sito nel quale è collocato il cantiere.

    Passando ai compiti del coordinatore per l’esecuzione dei lavori, egli deve:

    • verifica l’applicazione, da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioni loro pertinenti contenute nel piano di sicurezza e di coordinamento;
    • verifica l’idoneità del piano operativo di sicurezza, da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e coordinamento
    • organizza tra i datori di lavoro, ivi compresi i lavoratori autonomi, la cooperazione ed il coordinamento delle attività nonché la loro reciproca informazione;
    • verifica l’attuazione di quanto previsto negli accordi tra le parti sociali al fine di realizzare il coordinamento tra i rappresentanti della sicurezza finalizzato al miglioramento della sicurezza in cantiere;
    • segnala al committente o al responsabile dei lavori, previa contestazione scritta alle imprese e ai lavoratori autonomi interessati, le inosservanze alle disposizioni e alle prescrizioni del piano e propone la sospensione dei lavori, l’allontanamento delle imprese o dei lavoratori autonomi dal cantiere, o la risoluzione del contratto;
    • infine, sospende, in caso di pericolo grave e imminente, direttamente riscontrato, le singole lavorazioni fino alla verifica degli avvenuti adeguamenti effettuati dalle imprese interessate.

    Scopri, sul sito di Agatos, i nostri corsi per Coordinatore della Sicurezza CSE e CSP e consenti al tuo cantiere di rispettare gli adempimenti previsti dalla legge.

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      cni donne ingegnere

      Si è chiuso il 23 giugno 2022 il tempo a disposizione per presentare le domande di ammissione all’esame di Stato per architetti e ingegneri. Al via le prime sessioni a luglio e, nel novembre 2022, prenderanno il via le altre. La seconda tranche di candidati dovevano presentare le domande di ammissione entro il 19 ottobre.

      La prova riguarda le professioni di: paesaggista, conservatore, ingegnere e ingegnere junior, architetto e architetto junior, pianificatore e pianificatore junior, chimico e chimico junior, biologo e biologo junior, geologo e geologo junior, psicologo, dottore in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro e dottore in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità, dottore agronomo e dottore forestale, agronomo e forestale junior, biotecnologo agrario, assistente sociale specialista e assistente sociale, come esplicitamente indicato nell’ordinanza emanata il 5 maggio 2022 dal MIUR.

      I candidati che hanno presentato domanda all’esame dovevano aver conseguito il titolo accademico entro il termine stabilito per ciascuna sessione dai bandi emanati dalle singole Università.

      Esame di Stato Ingegneri e Architetti: cosa dice il MIUR

      Anche con la fine dello stato di emergenza da Covid-19, si confermano le modalità di svolgimento dell’esame di Stato per Ingegneri e Architetti. I candidati dovranno superare solo una prova orale su questioni teorico-pratiche relative all’attività svolta durante il loro tirocinio professionale, ma anche su aspetti di legislazione e deontologia professionale.

      Non sono più quindi previste una prova scritta e una orale, come nel periodo prima della pandemia, ma solo un’unica prova orale svolta con modalità a distanza. Le Università si impegnano a fare in modo che il colloquio abilitante all’esercizio delle professioni indicate, verta su tutte le materie previste dalle specifiche normative di riferimento e che sia in grado di accertare l’acquisizione delle competenze, nozioni e abilità richieste dalle normative riguardanti ogni singolo profilo professionale.

      Coloro che hanno presentato le domande di ammissione presso la segreteria dell’università o istituto di istruzione universitaria presso cui volevano sostenere l’esame entro il 23 giugno 2022 hanno già sostenuto la prova orale a luglio. Chi non si sentiva preparato o non fosse in grado di presentarsi alla prova, ha potuto posticipare l’esame di abilitazione alle professioni di architetto e ingegnere al novembre 2022, presentando la domanda entro il 19 ottobre.

      I candidati che intendono ottenere l’abilitazione alla professione possono partecipare a una sola sessione e presentare una nuova domanda nel caso la prima non abbia avuto esito positivo. La sessione autunnale dell’esame di Stato per ingegneri e architetti ha avvio il 17 novembre 2022.

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      Le commissioni

      Con la deroga delle disposizioni normative vigenti, gli atenei devono ancora fare riferimento al DM n. 661 del 24 settembre 2020 che illustra le modalità, in accordo con gli ordini professionali territoriali di riferimento, per la nomina delle commissioni degli esami di Stato per l’anno 2022.

      Solo per l’esame abilitante alla professione di psicologo verrà applicato l’articolo 7, comma 2, della legge 8 novembre 2021, n. 163.

      I tirocini

      Il MIUR chiarisce, nelle varie ordinanze, anche le modalità di svolgimento dei tirocini. Questi ultimi devono essere svolti all’interno del percorso di studio o successivamente ad esso, e possono essere espletati in modalità remota.

      Secondo il comma 4 dell’articolo 10 dell’Ordinanza Ministeriale n. 444 del 5 maggio 2022, il tirocinio professionale, anche nello svolgimento con modalità a distanza, dovrà in ogni caso perseguire gli obiettivi e le finalità previsti negli accordi eventualmente stipulati tra gli atenei, le istituzioni, gli enti accreditati e gli ordini professionali per le professioni che ne prevedono l’esistenza e comunque nel rispetto di quanto previsto dal decreto ministeriale 11 dicembre 2019, n. 1135, recante le linee guida sull’organizzazione e il riconoscimento dei tirocini professionali.

      aggiornamento preposto

      Le legge n. 215/2021 ha introdotto diverse modifiche al Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, ridefinendo le modalità di nomina e gli obblighi in capo al Preposto.

      Cosa cambia e quali aspetti considerare fondamentali:

      Nomina del preposto obbligatoria per il datore di lavoro

      Nello specifico, tale integrazione prevede che datore di lavoro e dirigenti debbano:

      “Individuare il preposto o i preposti per l’effettuazione delle attività di vigilanza di cui all’articolo 19. I contratti e gli accordi collettivi di lavoro possono stabilire l’emolumento spettante al preposto per lo svolgimento delle attività di cui al precedente periodo. Il Preposto non può subire pregiudizio alcuno a causa dello svolgimento della propria attività”.

      Dunque a carico del datore di lavoro viene aggiunto l’obbligo, penalmente sanzionato, di nominare formalmente il Preposto, anche se bisogna bene individuare quali attività non abbiano la necessità di nominare ora il Preposto in considerazione della loro struttura organizzativa.

      Altra novità è rappresentata dalla possibilità di prevedere un compenso per lo svolgimento delle attività del preposto, considerando l’aumento di responsabilità che verterà su questo dipendente.

      In particolare l’azione del preposto, servirà soprattutto al verificarsi di condizioni di insicurezza che riguardano aspetti comportamentali dei lavoratori, idoneità dei mezzi e delle attrezzature.

      Il preposto alla sicurezza è ora tenuto a:

      • Intervenire per modificare il comportamento non conforme, fornendo le necessarie indicazioni di sicurezza;
      • Interrompere l’attività del lavoratore e informare i superiori diretti, in caso di mancata attuazione delle disposizioni o di persistenza dell’inosservanza;
      • Se necessario, nel caso rilevi deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro (e di ogni condizione di pericolo), interrompere temporaneamente l’attività e segnalare tempestivamente le non conformità al datore di lavoro e al dirigente.

      Per le imprese che svolgono spesso lavori in appalto è consigliabile formare una squadra di Preposti, così da garantire la copertura sui diversi cantieri attivi.

      Formazione del preposto: come cambia l’articolo 37 del D.Lgs. 81/08.

      Per quanto riguarda il preposto, in virtù del rafforzamento del suo ruolo, le attività formative dovranno essere svolte interamente con modalità in presenza o videoconferenza. Inoltre, l’aggiornamento formativo sarà biennale e non più quinquennale.