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Cos’è e come funziona

ArchiCAD è un’utile e potente suite studiata sia per Microsoft che Macintosh per la progettazione di edifici. Il software ArchiCad è firmato Graphisoft, che dal 1984 supporta il lavoro di architetti e designer.

Oggi, quasi nessun professionista nell’ambito dell’ingegneria e della progettazione può rinunciare a questo innovativo programma. Infatti, è in grado di velocizzare i tempi di lavoro, offrire un ambiente di progettazione semplice e intuitivo, fornendo una serie di funzionalità utili per i professionisti e anche la possibilità di condividere il lavoro con i colleghi.

Cos’è e come funziona ArchiCAD?

ArchiCAD è un software BIM, una metodologia di progettazione che utilizza un modello parametrico contenente al suo interno tutte le informazioni che possono riguardare l’intero ciclo di vita di un’opera.

La suite di Graphisoft è stata pensata per quei professionisti che devono lavorare a contatto con altre figure professionali nell’ambito dell’architettura o dell’ingegneria e che hanno bisogno, non solo di uno strumento completo e affidabile per la progettazione, ma anche di un mezzo per condividere le opere (il payoff sul sito ufficiale recita Building Together).

ArchiCAD consente di progettare interi edifici, analizzarli e agire anche sulla realizzazione sia di interni che di esterni. L’interfaccia offre una visuale 2D o 3D in base alle esigenze. Il software supporta progetti di qualsiasi dimensione ed è estremamente intuitivo. Dà infatti la possibilità di utilizzare elementi e strumenti di forma libera, senza dover sottostare a forme geometriche preimpostate.

Non solo: ArchiCAD offre una serie di oggetti personalizzabili come pareti, mobili e travi, in modo da non tralasciare neanche il minimo dettaglio.

Strumenti di ArchiCAD 24, l’ultima versione della suite di Graphisoft

ArchiCAD 24 è stato lanciato nel luglio dello scorso anno e non ha deluso le aspettative:  il software è infatti ancora più efficiente, intuitivo e in grado di favorire una migliore esperienza team-oriented.

L’interfaccia è sempre semplice e completo, supporta modelli di grandi dimensioni, consente il rendering fotorealistico e offre strumenti di analisi best-in-class. Insomma, il lavoro di architetti e ingegneri viene enormemente semplificato così che possano dedicarsi alla task successiva in fretta.

Insieme a ArchiCAD, Graphisoft propone anche due strumenti complementari: BIMcloud e BIMx. BIMcloud è ancora più funzionale e sicuro. Non importa quali siano le dimensioni o la complessità del progetto: l’utente può contare su uno strumento efficiente per gestire in tempo reale le opere. BIMx, invece, è l’applicazione che consente di estendere la BIM experience alle figure professionali coinvolte nella progettazione, costruzione e gestione del ciclo di vita dell’edificio. Insomma, è uno strumento essenziale per il lavoro in team. Inoltre, il tool consente di effettuare tour virtuali all’interno degli edifici progettati.

Tornando ad ArchiCAD, l’ultima versione del software è ancora più automatizzata, come nel processo di generazione dei documenti (grazie all’uso di linguaggi di programmazione di livello superiore come Python) o di disegni e layout.

Un ultimo vantaggio di ArchiCAD è inerente alle presentazioni: esse sono rese ancora più immersive dagli innovativi strumenti di visualizzazione e flussi di lavoro, che coinvolgono i clienti offrendo una comprensione più accurata del progetto dell’edificio dall’inizio alla fine. Il rendimento delle immagini è il migliore di sempre, grazie alla fornitura di oltre 500 materiali, incontrando le necessità di qualsiasi progettatore che cliente, offrendo una più ampia gamma di oggetti d’arredo.

bim avanzato

Chi lavora nel settore edile e degli appalti pubblici, conosce certamente il BIM, acronimo di “Building Information Modeling“, tanto più che nel 2019 questo metodo è diventato obbligatorio, almeno per alcune tipologie di costruzioni.
Scopriamo in questa guida le caratteristiche e i vantaggi della cosiddetta “mondializzazione delle informazioni di costruzione“, che sempre più spesso lega tutte le professionalità che entrano in campo nelle opere a base di gara ma non solo.

Building Information Modeling: cos’è e a cosa serve

Era il 1987 quando in Italia si introdusse il primo esperimento di BIM, si potrebbe dire una sorta di beta test.
In quel momento venne progettata una costruzione del tutto virtuale tramite l’utilizzo di software.
Da allora sono stati introdotti molti cambiamenti nel sistema e il BIM si è sviluppato e perfezionato sempre più, tanto che oggi viene richiesto obbligatoriamente negli appalti pubblici, quando si ha a che fare con opere che superano i 50 milioni di euro.
Ciò significa che quando si avviano gare pubbliche con queste caratteristiche, queste devono essere “BIM strutturate“.
Il BIM serve nello specifico per realizzare una costruzione, pianificandone ogni aspetto e prevedendo ogni tipo di gestione prima in maniera virtuale.
Via via che il progetto viene ideato, un software raccoglie e struttura qualunque tipo di dato che riguarda la futura opera.
I dati vengono forniti in modo che alla fine si ottenga una rappresentazione in 3D dell’opera che sarà costruita fisicamente, e a questo progetto collaborano tutte quelle figure professionali che normalmente fanno parte del circuito, come architetti, ingegneri, geometri, costruttori e tutti coloro che hanno a che fare con la costruzione e la manutenzione dell’edificio o dell’opera.

Come si lavora con il BIM: la multiprofessionalità al suo massimo

Quando si deve realizzare un’opera come un edificio, esistono delle precise fasi del progetto che partono dalla progettazione, dalla stima dei costi, dalla valutazione del materiale, dall’impatto ambientale dell’opera, fino ad arrivare al modello vero e proprio che diventerà poi l’opera finita.
L’aspetto sorprendente del BIM è che è in grado di fornire previsioni e di progettare virtualmente in toto un edificio, e lo fa con l’uso di una piattaforma multimediale e multi-professionale.
Cominciamo con il fare alcuni esempi pratici di utilizzazione.

Nel BIM si potranno inserire:

  • I dati spaziali e geografici dell’opera che si andrà a realizzare;
  • I dati finanziari, cioè l’investimento che servirà per realizzare l’opera;
  • I dati elettrici dell’opera;
  • I dati meccanici della struttura;
  • I dati che riguardano i materiali che verranno impiegati e loro impatto sul suolo e sull’aria (eventualmente sull’acqua);
  • I dati legali legati ai permessi necessari o alle manutenzioni a norma di legge che serviranno;
  • I dati legati alla certificazione energetica e così via.

Si tratta quindi degli stessi dati che ciascun professionista sarebbe chiamato a fornire nel suo campo di applicazione, ma che in questo modo vengono letteralmente caricati su una piattaforma con notevole risparmio di tempo e maggiore accuratezza.
Si comprende quindi come nel settore degli appalti, per opere che richiedano investimenti di oltre 50 milioni, il BIM sia obbligatorio.
Opere di quel genere possono impattare notevolmente sull’ambiente fisico, economico ed industriale di una località, e in tal modo la Pubblica Amministrazione può prendere visione delle conseguenze dell’opera finita prima che questa venga realizzata.
Alla fine dell’inserimento dei dati, il sistema elabora il progetto in tutte le sue caratteristiche.

Applicazioni pratiche del Building Information Modeling

Sono molte le applicazioni che il BIM offre.
Come si è detto, nell’ambito delle opere pubbliche al di sopra di una certa soglia economica, il ricorso alla progettazione BIM è obbligatorio.
Ciò non vuol dire però che altri professionisti non possano usarlo, anzi.
A giudicare dai campi di applicazione si può dire invece che il BIM sia sempre più uno strumento imprescindibile di chi fa progettazione, soprattutto all’interno di studi associati che trovano nel Building Information Modeling la massima espressione della multidisciplinarità.

Il BIM trova impiego:

  • Nel settore edile: l’uso del BIM inizia con la richiesta di un’opera da parte di un committente (ad esempio un costruttore). Con il BIM si potranno, come spiegato in precedenza, inserire via via tutti i dati relativi alla costruzione dell’edificio, nonché quelli che riguardano permessi, adeguamento alle normative che permetteranno di attestare l’edificio in una certa classe energetica e quindi poi di usufruire di agevolazioni fiscali, e via dicendo;
  • Nel settore del cosiddetto facility management: con facility management ci si riferisce alla seconda fase che riguarda un’opera, e cioè la sua manutenzione. Il BIM quindi entra in gioco anche ad opera finita. Avere un prospetto in 3D di un edificio è chiaramente utilissimo per pianificare una manutenzione ordinaria e strutturare la modalità di intervento in caso di manutenzione straordinaria.

Come imparare ad usare il BIM

Imparare ad usare questo sistema naturalmente prevede delle competenze che possono essere trasferite solo da professionisti certificati e che siano in grado poi di rilasciare attestati validi.
Quindi, la risposta migliore alla domanda “come faccio ad imparare ad usare il BIM” può essere solo una: con un corso certificato per BIM.
Chi si avvicina al BIM naturalmente lo fa per motivi di lavoro, quindi proverrà da uno dei campi che ruotano intorno al settore edile.
Avrà di conseguenza delle competenze di base (laurea in architettura, diploma da geometra, o ancora esperienza nel campo delle costruzioni) oppure potrà seguire un corso base bim.
Queste, unite all’insegnamento in aula e poi all’applicazione sul campo, permetteranno di ottenere una specializzazione mirata e soprattutto una certificazione.

Un’ultima informazione sul BIM può essere utile per comprenderne appieno il valore.

Nonostante il BIM sia strutturato in modo da rendere attendibile il progetto finale, il sistema viene sottoposto a quello che si chiama Model Checking. Si tratta di un flusso di controllo composto da più passaggi, tutti finalizzati a verificare che ogni step sia eseguito nel modo corretto.
Per fare questo il sistema può subire un doppio controllo, sia interno sia ad opera di consulenti esterni.