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corso di primo soccorso

Il D. Lgs 81/2008 riporta le disposizioni circa le modalità di primo soccorso all’interno di un’azienda e disciplinano gli obblighi del datore di lavoro su questo tema.

In particolare, è l’articolo 45 a illustrare tutte le modalità per organizzare al meglio e secondo la legge, le manovre di primo soccorso in azienda.

Obblighi del datore di lavoro

Il datore di lavoro ha l’obbligo di prendere i provvedimenti necessari in materia di primo  soccorso e di assistenza medica di emergenza, accordandosi con il medico competente, se nominato. Il datore di lavoro dovrà tenere conto della tipologia e delle dimensioni della sua azienda per adempiere ai propri obblighi al meglio.

I requisiti minimi per essere in regola riguardano la strumentazione di primo soccorso e la formazione del personale, le quali devono essere adeguate per un intervento immediato ed efficace.

Il datore di lavoro ha quindi l’obbligo di redigere un piano aziendale di primo soccorso in cui vengano illustrati i compiti dei lavoratori e i comportamenti da assumere in caso di emergenza.

Questo piano di primo soccorso deve essere ovviamente condiviso con i lavoratori dell’azienda, insieme alle direttive sui numeri di emergenza e la strumentazione di cui l’impresa è dotata.

L’ultimo passaggio per essere in regola è organizzare degli incontri formativi con i membri dello staff aziendale.

Perché è importante il primo soccorso in azienda?

Individuare gli addetti al primo soccorso in azienda e formarli, al fine di garantire un intervento pronto ed efficace, significa anche garantire una prima gestione ordinata ed efficiente dell’emergenza.

Gli addetti vengono selezionati in numero proporzionale ai lavoratori totali dell’azienda e sono sottoposti a un percorso formativo, sia teorico e pratico.

Le conoscenze principali che acquisiranno questi addetti saranno legati al riconoscimento emergenza sanitaria e all’intervento di primo soccorso. Conoscere come operare in queste situazioni è fondamentale per non complicare ulteriormente l’emergenza e per fornire un primo supporto ai colleghi in attesa dei soccorritori.

I corsi di primo soccorso offrono degli scenari che potrebbero davvero accadere nel corso di un’emergenza, per insegnare agli addetti a come mitigare il pericolo e offrire un primo soccorso alle vittime. Simulano poi quelle situazioni che vanno evitate, gli errori più frequenti che possono mettere in pericolo le persone e le emergenze che richiedono prontezza.

Questo rende i lavoratori preparati ad affrontare una potenziale situazione di rischio o pericolo. La preparazione degli addetti aiuta a mitigare il senso di confusione che si crea nei momenti di emergenza e a supportare altre persone che sono coinvolte nel drammatico evento.

L’intervento di un lavoratore preparato può davvero fare la differenza per la vittima di un incidente sul lavoro. In attesa dei soccorritori, un dipendente potrebbe, per esempio, riportare una vittima alla corretta respirazione e salvarle la vita.

Le situazioni di emergenza possono essere davvero le più disparate ed è per questo che il datore di lavoro non può sottovalutare alcun dettaglio all’interno della sua azienda. La valutazione dei rischi deve essere presa con impegno e non vissuta come un mero obbligo. Una disattenzione, infatti, potrebbe costare la vita a un lavoratore e danneggiare irrimediabilmente l’azienda.

dlgs 8/108

Un argomento oggi molto sentito, che occupa purtroppo spesso le prime pagine della stampa nazionale, è quello della sicurezza sui luoghi di lavoro, in particolare, dei rischi che i lavoratori, nell’esercizio della loro professione, corrono tutti i giorni in termini di infortuni e, nei casi più drammatici, perfino di morte.

Non è un caso allora che l’impegno della politica, da almeno dieci anni a questa parte, è stato rivolto a studiare soluzioni che potessero arginare il fenomeno comunemente indicato con l’espressione “morti bianche”. Con questo spirito di prevenzione ha visto la luce, nel 2008, il Decreto Legislativo N. 81, meglio noto come il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro. Ma di cosa tratta, nello specifico, questo importante punto di riferimento legislativo in materia di sicurezza?  In che maniera le aziende possono migliorare la condizione lavorativa dei propri dipendenti, assicurando degli ambienti di lavoro salutari, in cui la tutela della loro salute e sicurezza venga garantita ai massimi livelli? Questo articolo cerca di rispondere a questa ed altre domande, cercando di evidenziare l’importanza della formazione, finalizzata a creare delle figure professionali di riferimento che, nel tempo, siano in grado di gestire autonomamente, e nel pieno rispetto del quadro legislativo, tutte le svariate situazioni oggetto di attenzione all’interno del Decreto del 2008.

Informazione e formazione del lavoratore: la sezione IV del Decreto.

Essere informati, e ricevere la giusta formazione è senza dubbio il prerequisito di base che dovrebbe servire come assunto in qualsiasi situazione si prenda in esame, a maggior ragione quando si tratta di argomenti quali la sicurezza sul lavoro e la prevenzione da incidenti, a volte anche fatali. Per questo motivo la sezione IV, con gli articoli 36 e 37, rappresenta un punto di riferimento essenziale per capire meglio la direzione seguita dal Decreto. Si afferma qui che è compito del datore di lavoro provvedere alla corretta informazione di ogni singolo lavoratore in merito ad alcune questioni fondamentali: ad esempio i rischi che egli corre nell’esercizio della propria attività; quali sono le procedure previste per il primo soccorso o in caso di evacuazione, per via di eventi quali incendi o altre catastrofi non prevedibili, oppure quali sono i rischi che il lavoratore corre nell’utilizzo di particolari sostanze pericolose (sempre se e quando connesse alla propria specifica attività), ed infine, l’Articolo 36 ricorda anche che è obbligo del datore di lavoro quello di informare tutti i lavoratori su quali siano le figure responsabili e gli addetti al servizio di prevenzione e sicurezza, dando evidenza di tutti i nominativi, compreso quello del medico competente.

Gli obblighi sulla formazione per la sicurezza sul lavoro.

Dunque, l’Articolo 36 stabilisce in maniera inequivocabile quali siano gli obblighi di legge per il datore di lavoro in termini di informazione, ed introduce anche quello che sarà il tema centrale del successivo articolo, ovvero la questione della formazione. Questa, come specificato nell’Articolo 37, deve essere garantita dal datore di lavoro a tutti i propri dipendenti, a prescindere dalla tipologia di azienda, sia essa privata o pubblica, dal settore di riferimento, ed a tutti i lavoratori, subordinati e autonomi. Non solo: il datore di lavoro, dopo aver provveduto ed effettuare una valutazione dei rischi connessi alla propria azienda, si dovrà fare garante della modalità e della qualità della formazione fornita, misurata sulle reali esigenze di ciascun lavoratore. Infine, il datore dovrà provvedere a nominare una figura responsabile.

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RSPP: il Responsabile di Servizio Prevenzione e Protezione

Chi è l’RSPP e come viene nominato? Sempre il Decreto N. 81 del 2008 chiarisce l’importanza per ogni azienda di individuare una figura responsabile del servizio di prevenzione e protezione. I criteri per la nomina di questa figura sono diversi, al datore di lavoro è comunque lasciata una certa libertà decisionale, a patto che il responsabile possegga capacità e competenze adeguate ai potenziali rischi che sarà possibile incontrare in azienda, competenze che lo mettano in condizione di saper gestire eventuali situazioni di emergenza ma soprattutto che lo rendano idoneo a definire un adeguato piano di prevenzione e protezione dai rischi. In taluni casi, ad esempio, con aziende che a seconda del settore non superino un certo numero di lavoratori, la figura del Responsabile di Servizio Prevenzione e Protezione può essere anche il datore di lavoro, ma in ogni caso, come fermamente stabilito dall’Articolo 37, a prescindere di chi venga individuato come figura responsabile, a questa il datore di lavoro deve garantire un’adeguata a specifica formazione, perché sarà proprio questa formazione ad assicurargli, come si evince dal Decreto, tutte le specifiche competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dai rischi che gravano sul luogo di lavoro.

L’importanza dell’aggiornamento del RSPP

Sempre l’Articolo 37, poi, si sofferma sul tema dell’aggiornamento. È facile intuire i motivi per cui il Decreto N. 81 preferisca dare particolare enfasi al problema dell’aggiornamento, esplicitando proprio come sia obbligo del datore di lavoro garantire un aggiornamento periodico, ogni 5 anni. I motivi sono molteplici: l’azienda tende a modificare i suoi processi produttivi, modificando così la mappa dei rischi; vi sono gli adeguamenti normativi a livello nazionale e sovranazionale (legislazione Europea, ad esempio); poi ci sono anche motivi strettamente personali, come l’esigenza di ripassare, diciamo così, le competenze acquisite durante il primo ciclo di formazione.

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Si potrebbero elencare tanti altri motivi, eppure questi sono più che sufficienti a fare luce sull’importanza che il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro riconosce alla formazione del RSPP, per riuscire a garantire maggiore prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Oggi nessuna azienda può più permettersi di non osservare ciò che la legge stabilisce con estrema chiarezza di intenti, grazie ad una normativa che non lascia adito a dubbi e che anzi si è stata ancora di più esplicitata  dall’Accordo Stato-Regioni del 7 luglio 2016, che ha dato un contributo ancora più forte all’organizzazione dei corsi di formazione per RSPP, ASPP (ed eventuali altre figure sensibili) a dimostrazione di quanto la formazione, supportata da un aggiornamento continuo, rappresenti l’unica vera soluzione per mantenere al massimo livello la sicurezza sui luoghi di lavoro.

sanzioni per il mancato aggiornamento RSPP

Garantire la sicurezza sul posto di lavoro deve essere una delle priorità di qualsiasi datore di lavoro e il focus di ogni responsabile della sicurezza interno all’azienda.

Lavorare in un ambiente che assicuri il rispetto di tutte le norme di legge vigenti è un diritto di ogni lavoratore, il quale ha però il dovere di rispettare tutte queste normative e di segnalare al proprio responsabile RSPP eventuali problemi in materia di sicurezza.

In ogni azienda è prevista la presenza di una figura professionale che ha il delicato compito di assicurare a tutti il massimo della sicurezza, garantendo il rispetto di tutte le leggi vigenti e facendo da portavoce di ogni necessità dei dipendenti con il datore di lavoro.

datore di lavoro dipendente rspp

Questa figura professionale, detta RSPP (Responsabile Servizio Prevenzione Protezione), non deve mai mancare in ogni azienda e può essere ricoperta da diverse persone.

Il responsabile della sicurezza può infatti essere:

  • Il datore di lavoro (solo in determinate condizioni, come per esempio, in base a un certo numero di dipendenti)
  • Un dipendente in possesso di alcuni requisiti
  • Una figura esterna, in genere un libero professionista con partita IVA

Questa figura dovrà essere il punto di riferimento per ogni questione in materia di sicurezza, assicurandosi che tutti rispettino le direttive e che il datore di lavoro faccia tutto il possibile per garantire a tutti i dipendenti un ambiente di lavoro in cui le regole siano rispettate.

Per poter diventare RSPP è necessario frequentare un corso in cui verranno esplicate le leggi in vigore e tutte le informazioni necessarie per svolgere al meglio questo compito. La durata e i contenuti del corso variano a seconda di chi lo sta frequentando (datore di lavoro, dipendente o libero professionista), e in base al settore in cui si opera.

L’incaricato RSPP all’interno dell’azienda ha l’obbligo di frequentare un corso di aggiornamento ogni cinque anni, di durata variabile, se desidera mantenere questo ruolo. La partecipazione al corso è obbligatoria e fondamentale per poter esercitare la mansione di RSPP legalmente.

incaricato RSPP

Ma quali sono le conseguenze per chi non frequenta il corso di aggiornamento RSPP e continua lo stesso a ricoprire il ruolo in azienda?

Se la persona che non ha effettuato l’aggiornamento è il datore di lavoro la legge prevede la detenzione da 3 a 6 mesi e una sanzione pecuniaria tra 2740.00€ e 7014.00€, oltre al divieto assoluto di esercitare la mansione di RSPP all’interno dell’azienda.

Se il ruolo di RSPP è svolto da un dipendente, la norma prevede l’arresto da 3 a 6 mesi (a seconda della gravità della violazione) e una sanzione pecuniaria tra 2740.00€ e 7014.00€, comminata in base alla natura della violazione, oltre alla revoca del ruolo in azienda.

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Se si tratta invece dell’RSPP esterno all’azienda (come un libero professionista) che non adempie l’obbligo di aggiornamento nei tempi previsti, questi perde la propria “operatività”. Ciò significa che, pur mantenendo il requisito derivato dalla regolare frequenza ai corsi, egli non è in grado di poter esercitare i propri compiti fintanto che non venga completato l’aggiornamento per il monte ore mancanti.

Insomma, la sicurezza sul posto di lavoro è una cosa seria, e la figura dell’RSPP è fondamentale per garantire il rispetto delle norme. Il corso di aggiornamento è necessario per garantire all’azienda di avere un RSPP sempre aggiornato sulle ultime norme e che sappia farle rispettare.

differenze corso rspp

La sicurezza nell’ambiente di lavoro è fondamentale in qualsiasi azienda, ed è fondamentale avere una figura costantemente aggiornata sulle normative vigenti in materia di sicurezza all’interno dell’azienda, che possa vigilare, assicurarsi che ogni normativa venga rispettata e che possa fare da tramite tra le richieste delle maestranze e il datore di lavoro.

Questa figura, fondamentale per la sicurezza sul posto di lavoro, è chiamata RSPP (Responsabile servizio protezione e prevenzione)

Ha il dovere di assicurarsi che la sicurezza nell’azienda sia massima e che siano messe in atto tutte le procedure per limitare al massimo tutti i rischi (che non possono mai essere davvero eliminati del tutto, ma solamente mitigati il più possibile).

Le normative in vigore hanno disposto che ogni azienda debba avere al suo interno un responsabile RSPP, che può essere lo stesso datore di lavoro, un dipendente (a condizione di possedere almeno il diploma di scuola superiore), oppure un professionista esterno che svolgerà il controllo delle normative di sicurezza a distanza, e che agirà su segnalazione dei dipendenti o del datore di lavoro.

Il corso RSPP per i datori di lavoro permette al titolare dell’azienda di poter svolgere anche questo delicato compito, ma solamente in alcune circostanza particolari, che possono permettere al titolare di monitorare la situazione nel migliore dei modi.

sicurezza sul lavoro

La discriminate è il numero di dipendenti dell’azienda.

  • Aziende artigianali e industriali: fino a 30 lavoratori;
  • Aziende agricole e zootecniche: fino a 30 dipendenti;
  • Aziende nel settore della pesca: 20 dipendenti massimo;
  • Altre aziende: fino a 200 dipendenti.

L’accordo Stato/Regioni classifica ogni settore in una classe di rischio (basso, medio e rischio alto), e in base
alla classificazione varia la durata del corso RSPP che il datore di lavoro deve frequentare.

  1. Rischio basso: 16 ore di corso;
  2. Rischio medio: 32 ore di corso;
  3. Rischio alto: 48 ore di corso.

La legge prevede che il corso per RSPP del datore di lavoro comprenda la frequentazione di un corso di aggiornamento ogni 5 anni.

Grazie a questo corso il datore di lavoro potrà monitorare con la massima attenzione le condizioni di sicurezza dei suoi dipendenti, e il suo interesse sarà quello di offrire un ambiente di lavoro sicuro e a norma di legge, e risponderà agli organi competenti per ogni mancanza.

Si può obiettare che in questo modo il datore di lavoro non può totalmente concentrarsi sullo sviluppo della
sua azienda, e infatti è possibile delegare il ruolo di RSPP a un dipendente o a una figura esterna, un libero
professionista che monitorerà l’azienda a distanza. In questo caso il corso RSPP è strutturato in maniera
diversa, con tre moduli distinti che devono essere completati per poter essere nominati RSPP (al netto di
possedere i requisiti di base per potervi partecipare).

dispositivi di protezione sicurezza sul lavoro

Il corso è strutturato in tre moduli:

  • Modulo A: Corso base, dura 28 ore e serve come introduzione ai successivi moduli;
  • Modulo B: Riguarda i rischi sul luogo di lavoro. Dura 48 ore più delle ore aggiuntive se si lavora in particolari settori (Agricoltura, Pesca, Cave, Costruzioni, Sanità Residenziale, Petrolchimico);
  • Modulo C: Corso specialistico per RSPP, dura 24 ore.

È obbligatorio frequentare un corso di aggiornamento ogni cinque anni.

Pubblicata dal Ministero del Lavoro la versione aggiornata giugno 2016 del Testo Unico sicurezza sul lavoro Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 .