“Nuove professioni” sempre più richieste e ambite: l’europrogettista
La figura dell’europrogettista nasce nel 1998, in concomitanza con l’incremento dei finanziamenti Europei a favore di enti, associazioni, organizzazioni, aziende e pubbliche amministrazioni, per la realizzazione di progetti in risposta a bandi diretti nel quadro di un programma europeo. La figura professionale dell’europrogettista, negli ultimi anni, è cresciuta notevolmente grazie alla crescita della richiesta di professionisti da parte di associazioni, aziende ed enti pubblici. È importante sottolineare che non ci si improvvisa europrogettista, per farlo sono necessarie delle competenze ben precise.
Il mercato offre molti corsi di formazione ma è fondamentale scegliere un corso di europrogettazione di qualità poiché, l’europrogettista, ha una grossa responsabilità nei confronti del territorio e delle associazioni per cui lavora: la possibilità di ottenere cospicui finanziamenti che permettano di realizzare progetti importanti per la comunità.
L’europrogettista deve, prima di tutto, conoscere i diversi programmi di finanziamento previsti dall’Unione europea, le condizioni politico-sociali del territorio in cui opera e, fondamentale, il contesto istituzionale e le politiche europee. L’europrogettista deve avere, inoltre, competenze di project management e di project financing e, soprattutto, deve saper scrivere un progetto idoneo ad essere proposto alla Commissione europea
I requisiti dell’Europrogettista
Non meno importanti per un europrogettista sono l’attitudine alle relazioni, spiccate doti comunicative, capacità di problem solving ed inventiva.
È importante inoltre sottolineare che, quella dell’europrogettista, è una figura professionale multidisciplinare e, dunque, la provenienza professionale può essere di vario tipo: scrittore, comunicatore, contabile, lobbista, formatore, addetto alla amministrazione etc.
Altro requisito richiesto è la conoscenza della lingua inglese.
Molti enti scelgono di affidare il compito di scrivere e presentare un progetto europeo ad una figura interna ma, negli ultimi anni, si è compresa la necessità di rivolgersi ad un professionista esterno, formato e competente.
La Commissione europea cofinanzia progetta in ogni settore e, proprio per questo, le CCIE-Camere di commercio all’estero fanno da tramite tra l’ Unione europea, i mercati esteri e le aziende italiane supportando le PMI nel complesso obiettivo di internazionalizzarsi.
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