cni incontra sottosegretario giustizia morrone

Diversi temi all’ordine del giorno per riavviare la stretta collaborazione tra Consiglio Nazionale Ingegneri e Ministero

Il Sottosegretario al Ministero della Giustizia con delega alle professioni, Jacopo Morrone, ha incontrato oggi una delegazione del Consiglio Nazionale Ingegneri formata dal Presidente Armando Zambrano e il Consigliere Segretario Angelo Valsecchi.

L’incontro, avvenuto in un’atmosfera cordiale, ha fornito al CNI l’occasione di stabilire un primo contatto col Sottosegretario e di esporre alcuni importanti provvedimenti di particolare interesse per la categoria degli ingegneri e a tutela dell’utente finale.
Tra i temi trattati la revisione del compenso dei valutatori immobiliari, il completamento del provvedimento relativo all’equo compenso e la possibilità, anche per i professionisti, di accedere al rito del lavoro in caso di contenzioso.

“L’incontro di oggi – ha affermato Armando Zambrano – rappresenta un’ottima premessa per la ripresa di una collaborazione costruttiva col Ministero. Su certi temi è necessario stabilire una sinergia nell’interesse sia dei professionisti sia del Ministero affinché si vada nella direzione di un’accelerazione dei tempi e delle procedure”.

“Tra i provvedimenti su cui abbiamo ragionato – ha aggiunto Angelo Valsecchi – c’è la possibilità di inserire anche i professionisti tra i creditori privilegiati nelle procedure di fallimento”.

cyber monday agatos service

Per anni i saldi tradizionali hanno catturato l’attenzione dei consumatori e di milioni di italiani, oggi invece si attendono il Black Friday e il Cyber Monday che vengono abbinati all’idea di sconti e offerte imperdibili.

Per anni i saldi tradizionali hanno catturato l’attenzione dei consumatori e di milioni di italiani, oggi invece si attendono il Black Friday e il Cyber Monday che vengono abbinati all’idea di sconti e offerte imperdibili. Il Cyber Monday ha un indirizzo “digitale” e dunque la promozione abbraccerà i migliori corsi di formazione online disponibili sul mercato e sul catalogo digitale di Agatos Service.

Il fenomeno del Cyber Monday si è diffuso in tutta Italia, così velocemente, che secondo un’indagine di mercato, realizzata da Idealo, l’interesse dei consumatori durante il Cyber Monday è cresciuta del 63,1%, diventando lo shopping day ideale per eccellenza dei professionisti italiani, nello specifico di Ingegneri, Geometri, Periti Industriali e Architetti. Tra i tecnici esistenti in Italia, queste sono le categorie maggiormente interessate a guidare la classifica del Digital Friendly.

Se studiamo i dati in costante crescita delle adesioni a Geoweb, che è una piattaforma digitale del Consiglio Nazionale Geometri, e a Sogei Spa, che eroga servizi IT per la conservatoria, l’accesso e la consultazione di banche dati, le ispezioni ipotecarie e le sovrapposizioni degli estratti di mappa alle ortofoto, oppure decidiamo di analizzare i numeri relativi a quanti geometri scelgono di frequentare corsi di formazione online che in un modo o nell’altro mirino a potenziare le nuove e sempre più richieste Digital Skill, scopriamo come ogni quattro geometri professionisti sono ben tre quelli che svolgono la propria professione con un occhio rivolto alle nuove sfide digitali, tanto che oggi per la maggior parte di essi gli strumenti digitali costituiscono un nuovo, fondamentale alleato per il proprio business.

Evidenziato questo dato, possiamo renderci conto che le categorie dei professionisti, come i geometri, siano tra quelle categorie professionali più inclini ad acquistare e seguire corsi di formazione online. Ed il risultato è che anche se il Cyber Monday avverrà il prossimo lunedì 26 novembre, molti Geometri Professionisti hanno già contattato Agatos Service per conoscere la Promozione Cyber Monday 2018.

La Promo Cyber Monday 2018, sarà un’occasione imperdibile per poter aggiornare le proprie skill alle ultime tendenze professionali e di farlo, soprattutto, approfittando dei fortissimi sconti sul catalogo digitale dei corsi online. Agatos Service è leader nella formazione professionale in modalità e-learning ed ha all’attivo un vasto catalogo di corsi accreditati e riconosciuti dai Consigli Nazionali pertinenti, come il Consiglio Nazionale Ingegneri o il Consiglio Nazionale Geometri. Grazie ad una formazione di qualità Agatos Service da ai professionisti la possibilità di restare al passo con le normative vigenti per poter far avanzare la propria carriera e rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità di settore, distinguendosi dalla concorrenza.

Non perdere l’occasione per di acquistare su Agatos Service i corsi professionali e-learning che desideri ad un prezzo da paura. Iscriviti alla newsletter di Agatos Service per essere tra i primi a ricevere informazioni dettagliate su come accedere alle promozioni in arrivo, per il Black Friday 2018 e il Cyber Monday 2018!

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    Accumulare energia pulita e rinnovabile: per le aree isolate arriva l’innovazione del progetto REMOTE

    Nel mondo, le isole sono oltre 10.000 e sono abitate da oltre 750 milioni di persone. Molte di queste, con una media di abitanti tra i 1000 e i 10.000, si affidano al diesel per garantire energia a case, scuole, istituzioni e imprese, con una spesa consistente per l’importazione di combustibili fossili e il grave impatto ambientale che ne consegue. E non si contano le aree isolate in territori diversi da quelli insulari, come, ad esempio, montagne e zone interne, poco collegate alle principali vie di comunicazione e alle infrastrutture.

    In Italia, ad esempio, ci sono 77 isole di cui 23 all’interno di laghi e 1 in un fiume. Nel bacino del Mediterraneo, le isole abitate sono 158, con una popolazione variabile tra i 5 milioni di abitanti della Sicilia, e le poche unità di Isole protette come Asinara, Montecristo, in Italia o Schiza, in Grecia. Il 40,5% delle isole del Mediterraneo ha meno di 1000 abitanti, il 29.7% meno di 500 e un considerevole numero di questi territori, importanti sotto il profilo turistico e ambientale, vivono senza collegamento alla rete elettrica.

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    Lo sfruttamento dell’energia rinnovabile disponibile, in inglese RES – Renewable Energy Sources, è un fattore chiave di innovazione per questi territori, soprattutto in chiave ambientale. Si tratta infatti di definire un percorso di produzione energetica, che riduca drasticamente l’impronta ambientale determinata dall’uso di combustibili fossili. Le fonti rinnovabili, tuttavia, presentano problemi di intermittenza che rendono difficile conciliare la domanda di energia con la continuità di servizio. Una criticità che può essere risolta grazie allo sviluppo tecnologico di soluzioni di energy storage efficienti, ad alta densità energetica, economiche e affidabili poiché capaci di garantire la continuità del servizio.

    REMOTE, progetto Europeo Finanziato da Horizon2020 coordinato dal Politecnico di Torino e condotto insieme a 10 partner europei, ha l’obiettivo di dimostrare la sostenibilità economica e tecnica di sistemi di energy storage, vere e proprie batterie ad accumulo, basate sulla tecnologia a idrogeno combinata con un elettrolizzatore che converte l’energia in eccesso prodotta da sistemi di energia rinnovabili (pale eoliche, pannelli fotovoltaici,…) in idrogeno. Il sistema di accumulo a idrogeno e celle a combustibile (fuel cell), poi, riconverte quando necessario l’idrogeno stesso in elettricità, superando così il problema dell’intermittenza, tipico delle fonti rinnovabili come eolico e solare.

    Per lo sviluppo di REMOTE, sono in corso di allestimento 4 stazioni dimostrative, alimentate con elettricità generata da fonti rinnovabili, collocate in altrettante aree isolate, legate ad un approvvigionamento energetico sia da microreti – microgrids, sia totalmente staccate dalla rete elettrica.

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    Le località coinvolte sono: in Piemonte, Ambornetti, alle pendici del Monviso; in Sicilia, Ginostra sull’Isola di Stromboli; in Grecia, Agkistro nella regione di Serres; in Norvegia, l’isola di Froan nel mar di Norvegia.

    Fonti rinnovabili e variabili come eolica, solare-fotovoltaica, integrate con sistemi di accumulo power to power basati sull’idrogeno,sono infatti in grado di fornire una fonte di energia affidabile, costante, economica, e, soprattutto, ecologica poiché costituiscono un’alternativa reale all’uso dei motori diesel per la produzione di energia locale, con l’enorme impatto ambientale che i combustibili fossili impongono, in special modo in aree di elevato valore ambientale come quelle scelte.

    Le 4 località del progetto REMOTE sono state scelte per il mix di energie rinnovabili che permettono di mettere in campo nei test, collocandole in contesti ambientali e d’uso molto diversi. Si passa infatti dal caldo, soleggiato, ventoso Mediterraneo alla fredda e tempestosa Scandinavia, fino al particolare clima delle Alpi occidentali italiane.

    Fornire energia pulita e un servizio affidabile alle popolazioni che vivono in queste aree è una sfida tecnologica sotto il profilo sociale ed economico, poiché l’accesso a fonti di energia pulita dal costo contenuto, è un tassello essenziale per lo sviluppo di questi territori dal punto di vista demografico, turistico ed imprenditoriale.

    Tutti i territori interessati vedranno una pressoché completa sostituzione dei combustibili fossili con energia rinnovabile, arrivando ad un’autonomia energetica che in alcuni casi raggiungerà il 100% del fabbisogno.

    L’esperienza acquisita con REMOTE in aree isolate e off-grid, inoltre, aprirà la strada all’implementazione di soluzioni di energy storage basate sull’idrogeno per scale di produzione sempre maggiori.

    milano

    Regione Lombardia ha adottato il regolamento edilizio-tipo (RET) che recepisce l’Intesa tra Governo, Regioni e Autonomie Locali.

    “Il regolamento edilizio tipo (RET) è da oggi patrimonio di Regione Lombardia che ne ha adottato ufficialmente lo schema tipo e le definizioni tecniche uniformi – ha commentato Foroni – Con oggi la semplificazione edilizia in Lombardia ha fatto dunque un deciso passo in avanti, e da oggi tutti i Comuni inizieranno a parlare la stessa lingua, potranno confrontarsi e far tesoro ognuno delle esperienze degli altri, anche in caso di sentenze del Tar in materia edilizia, che faranno giurisprudenza per tutta la Lombardia. Si tratta – ha concluso l’assessore – di un risultato di grandissima importanza che arriva alla fine di un percorso condiviso passo a passo con Anci Lombardia, nonché con le associazioni dei professionisti del settore e i costruttori edili. Percorso che abbiamo completato in tempi rapidi, come promesso all’inizio di questa legislatura”.

    Procedure uniformi e rilancio del settore. Una semplificazione burocratica che ha anche l’obiettivo, oltre che di standardizzare le norme in tutti i Comuni lombardi facilitando così la vita di cittadini e professionisti, anche di favorire la valorizzazione delle risorse energetiche, rilanciare il settore edile e la rigenerazione urbana sostenibile. Con il recepimento di questa norma, infatti, si uscirà dalla complessità delle centinaia di regolamenti diversi per approdare finalmente ad uno schema di definizioni uniformi, metodi, procedure e tempi certi da seguire.

    Tempi certi e incontri di accompagnamento sul territorio. I Comuni dovranno adeguarsi entro e non oltre 180 giorni e il mancato adeguamento comporterà comunque la diretta applicazione delle definizioni uniformi che prevarranno sulle disposizioni comunali. A tal fine l’assessore nei prossimi giorni scriverà una lettera a tutti i sindaci fornendo loro le prime indicazioni per procedere all’adeguamento. Inoltre sono stati già previsti quattro incontri di ‘accompagnamento’ sul territorio, uno a Milano e altri tre a Brescia, Lecco e Lodi. In queste sedi ai tecnici e amministratori comunali verrà fornito un testo commentato, per aiutarli a ridefinire i regolamenti edilizi.

    technology transfer

    Quali sono gli strumenti che il governo negli ultimi anni ha messo a disposizione per sostenere la crescita delle aziende e delle start up ad alto contenuto tecnologico?

    Quali sono gli strumenti che il governo negli ultimi anni ha messo a disposizione per sostenere la crescita delle aziende e delle start up ad alto contenuto tecnologico? Come si può facilitare il dialogo con il mercato, facendo crescere i progetti imprenditoriali meritevoli, così da avere una ricaduta positiva sull’intero sistema socio-economico?

    Sono questi i temi centrali dell’evento “4T – Tech Transfer Think Tank”, che ha messo a fattore comune le esperienze di Università, centri di ricerca e aziende per evidenziare come il trasferimento tecnologico sia possibile e funzionale allo sviluppo dell’economia italiana. Il convegno, giunto alla sua quinta edizione, ideato da Jacobacci & Partners e organizzato in collaborazione con il Politecnico di Torino, che ha portato aziende e operatori del settore a confrontarsi attorno alla tematica “Tech transfer per accelerare la digital transformation: un nuovo dialogo tra imprese, startup e università.

    E relatori di rilievo hanno portato come risposte le loro esperienze e le loro conoscenze: presenti Don Tapscott, economista di fama internazionale, Stefano Firpo e Francesco Morgia del Ministero dello Sviluppo Economico, Alberto Di Minin e Riccardo Varaldo dalla Scuola Superiore Sant’Anna, Marco Cantamessa e Giuseppe Scellato dal Politecnico di Torino e Lorenzo Allevi di Oltre Venture.

    4T –Tech Transfer Think Tank nasce dal desiderio di mettere a fattore comune in Italia l’esperienza che abbiamo maturato in azienda- spiega Enrica Acuto Jacobacci, Amministratore delegato di Jacobacci & Partners -nonché l’opportunità che abbiamo di essere presenti a vario titolo nei luoghi in cui i cambiamenti più importanti stanno avvenendo grazie ai contatti che abbiamo con svariate realtà in Cina, nella Silicon Valley, in parchi tecnologici ed il mondo universitario italiano ed internazionale.

    Fonte: unioneingegneri.com

    come diventare amministratore di condominio

    Nello scenario lavorativo italiano, l’amministratore di condominio sta per inquadrarsi come una nuova figura professionale.

    Entro la prossima primavera, infatti, sarà istituito un apposito Albo o un registro sotto l’egida del Ministero della Giustizia che distinguerà (una volta per tutte) la figura dell’amministratore da quella dell’Avvocato e del Commercialista. La formazione è dunque obbligatoria per una identificazione professionale.

    Chi è l’amministratore di condominio?

    L’amministratore è colui che, all’interno di un condominio si occupa di amministrare e gestire i beni comuni e di dare esecuzione alle delibere dell’assemblea condominiale, diventando di fatto il suo rappresentante legale. Può dunque riscuotere i contributi e promuovere azioni giudiziali per il recupero dei crediti, sia contro i terzi sia contro i condomini e dirimere le controversie interne tra inquilini.  La nomina, è obbligatoria quando all’interno di uno stabile vi siano più di otto condomini e la sua carica è di durata annuale con rinnovo automatico. L’amministratore di condominio può essere una persona fisica oppure una persona giuridica, quindi una società ( l’art. 71-bis disp. att. c.c.) In quest’ultimo caso è necessario che una persona al suo interno possieda i requisiti previsti per legge.

    Quali requisiti possedere per diventare amministratore di condominio?

    Ad oggi, così come stabilito dalla legge 220 dell’11/12/2012 l’amministratore-persona fisica deve essere in possesso di determinati requisiti e di una formazione costante nel tempo. Per svolgere l’incarico è necessario:

    • Godere dei diritti civili
    • Non riportare condanne per delitti contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o per ogni altro delitto non colposo che prevede una pena minima di due anni
    • Non essere stati sottoposti a misure di prevenzione (ad es.: l’obbligo di soggiorno) divenute definitive, salvo che non sia intervenuta la riabilitazione
    • Non essere stati annotati nell’elenco dei protesti cambiari
    • Non essere interdetti o inabilitati
    • Possedere il diploma di scuola secondaria di secondo grado
    • Frequentare un corso di formazione iniziale
    • Svolgere attività di formazione periodica in materia di amministrazione condominiale

    Formazione obbligatoria: quali sono le aree di competenza e le responsabilità dell’amministratore di condominio?

    Oggi, le nuove regole impongono all’amministratore condominiale una formazione sempre più specifica che abbracci competenze tecniche, giuridiche, contabili, amministrative e gestionali.

    A stabilire i criteri e le modalità di formazione degli amministratori è il DL 140 del 2014: tutti coloro che intendono rivestire il ruolo di amministratore condominiale devono seguire un apposito corso base della durata minima di 72 ore (Corso abilitante alla professione ai sensi della legge dell’11.12.2012 n. 220 e al Decreto del Ministero della Giustizia n. 140 del 13/08/2014) e di un aggiornamento annuale di almeno 15 ore.

    Per garantire una preparazione efficace il corso di amministratore di condominio non si limita solo all’analisi della normativa propriamente condominiale, ma approfondisce tutti gli istituti giuridici che possono interessare il rapporto amministratore-condominio nonché la disciplina del mandato così come previsto dall’art. 1130 c.c.

    Il corso si struttura idealmente in tre parti. Nella prima, partendo da una analisi dei profili strutturali e funzionali del condominio si arriverà, più direttamente e con esempi pratici, a tutti gli aspetti della gestione condominiale approfondendo l’elenco dei poteri e dei doveri in capo all’amministratore.

    Nella seconda parte del corso si approfondiranno gli aspetti contrattuali, sia in termini generali che attraverso un’analisi specifica delle fattispecie contrattuali che maggiormente interessano il condominio analizzando le possibili responsabilità, sia in ambito civile (verso terzi o verso gli stessi condomini) che penale dell’amministratore.

    Altra tematica affrontata è la mediazione civile e commerciale, in grado di fornire una rapida soluzione alle controversie tra privati.

    Qual è il compenso medio di un amministratore di condominio?

    L’amministratore di condominio percepisce in media 300 euro mensili per ogni palazzo in sua gestione. Senza una revoca scritta un amministratore di condominio, di fatto, resta in carico due anni. Una giusta preparazione  e formazione consente quindi di ampliare il proprio spazio lavorativo raggiungendo uno stipendio mensile particolarmente consistente.

    corso amministratore di condominio

    Rivedere la regolamentazione e la formazione della figura dell’Amministratore di condominio attraverso l’istituzione di un Albo o di un Registro nazionale obbligatorio per gli amministratori di condominio.

    Alla Biennale del Condominio che si terrà il prossimo 20 ottobre a Bari, interverrà l’Onorevole Avv. Anna Rita Tateo, Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera e componente della II Commissione Giustizia, in rappresentanza del Sottosegretario di Stato alla Giustizia, On. Avv. Jacopo Morrone.

    Proprio il Sottosegretario Morrone ha più volte ribadito l’attenzione da parte di questo Governo verso le professioni economiche, dichiarando il proprio impegno a rivedere la regolamentazione e la formazione della figura dell’Amministratore di condominio attraverso l’istituzione di un Albo o di un Registro sotto l’egida del Ministero della Giustizia e a rimettere mano al decreto formazione n. 140 del 2014.

    “La presenza dell’Onorevole Tateo al BiCoBa 2018 in rappresentanza del Sottosegretario di Stato, Onorevole Morrone, rappresenta un segnale importante di attenzione e dialogo verso la categoria, attesa la partecipazione alla manifestazione di oltre 30 associazioni e organizzazioni, e può costituire l’inizio di un Tavolo Tecnico di concertazione tra Governo e Associazioni per dare corso ad una stagione di riforma sistemica dell’intero paradigma normativo di riferimento.” ha dichiarato il Presidente Nazionale ARCO, Francesco Schena.

    L’Onorevole Tateo ha manifestato la disponibilità a confrontarsi sul tema dell’Albo con le associazioni degli Amministratori che siederanno alla terza tavola rotonda della manifestazione. Si tratterà di vere e proprie anticipazioni sulle intenzioni del Governo.

    Il registro sarà istituito presso il Ministero della Giustizia e sarà a carattere nazionale e dovrebbe prevedere una tassa da pagare per gli iscritti. Inoltre, secondo l’Onorevole, al fine del raggiungimento di tale obbiettivo, occorrerà la realizzazione di un tavolo tecnico con tutte le associazioni di categoria al fine di avere una visione comune e soprattutto l’obbiettivo unico di una maggiore regolamentazione della professione dell’amministratore.

    Registro nazionale obbligatorio per gli amministratori di condominio: la formazione obbligatoria

    La formazione obbligatoria per una identificazione professionale. Con l’introduzione del registro, ci saranno anche dei cambiamenti per quanto riguarda la formazione obbligatoria. In pratica, secondo l’Onorevole Tateo, il D.M. 140/2014 deve essere migliorato e finalizzato a rendere la figura dell’amministratore un professionista con una notevole preparazione. Proprio su tale aspetto, è stata evidenziata anche la questione dell’indipendenza del professionista. In pratica, si vuole distinguere (una volta per tutte) la figura dell’amministratore da quella dell’Avvocato e del Commercialista. Si tratta di un vero e proprio lavoro di ricollocazione del professionista.

    Fonte: Blog Unione Professionisti

    meno pil ma peso fiscale in aumento

    Con il Pil in frenata, rispetto alle previsioni elaborate dai principaliistituti economici qualche mese fa, già da quest’anno la pressione fiscale sui contribuenti italiani è destinata a crescere.

    “Per la conferma, comunque, dovremo attendere la pubblicazione della nota di aggiornamento al Def prevista entro il prossimo 27 settembre – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo -. In effetti, a seguito del rallentamento del Pil, è molto probabile che nel 2018 la pressione fiscale sarà superiore al 42,2 per cento previsto a inizio anno. Se dovesse tornare a salire addirittura oltre il risultato conseguito nel 2017, invertiremmo la tendenza che era iniziata nel biennio 2012-2013, anni in cui la pressione fiscale nazionale aveva toccato il record storico del 43,6 per cento”.

    Il peso delle imposte sui redditi

    Tra le imposte che gravano maggiormente sui contribuenti italiani ricordiamo quelle sul reddito (Irpef e addizionali comunali/regionali Irpef) che alleggeriscono le tasche delle persone fisiche (lavoratori autonomi, lavoratori dipendenti, pensionati… ) per circa 186,5 miliardi di euro all’anno. Anche le società di capitali (Spa, Srl) sono sottoposte ad un prelievo sul reddito (Ires) significativo che vale circa 34 miliardi di euro all’anno.

    “Per ridurre strutturalmente le tasse dobbiamo in misura corrispondente tagliare la spesa pubblica improduttiva – segnala il Segretario della CGIA Renato Mason.

    Se dal 2011 abbiamo subito un costante aumento del prelievo fiscale, a partire dal 2014 si è invertita la tendenza, anche se la stragrande maggioranza dei benefici introdotti dal governo Renzi/Gentiloni non ha interessato il popolo delle partite Iva, in particolar modo coloro che non hanno dipendenti che, tra gli artigiani e i commercianti, sono il 70 per cento del totale. Pertanto, questo mondo produttivo, piegato dalla crisi dei consumi, dalle tasse eccessive e dalla stretta creditizia praticata dalle banche, attende con grande fiducia l’introduzione della flat tax che dovrebbe avvenire con la prossima legge di Bilancio.

    Le micro imprese pagano più delle grandi

    E nonostante la dimensione aziendale di queste realtà sia molto contenuta, il contributo fiscale ed economico reso al Paese è rilevantissimo. In materia di imposte e tasse, ad esempio, nel 2017 i lavoratori autonomi e le piccolissime imprese (per intenderci solo quelle sottoposte agli studi di settore), hanno versato al fisco 43,9 miliardi di euro (pari al 53 per cento del totale delle principali imposte versate dal sistema economico). Tutte le altre, prevalentemente medie e grandi imprese, hanno invece corrisposto “solo” 39,6 miliardi (il 47 per cento del totale).

    emissione italiana gas serra

    Online sul sito dell’ISPRA la pubblicazione “Emissioni nazionali di gas serra: Indicatori di efficienza e decarbonizzazione nei principali Paesi Europei”

    Quello italiano è uno dei sistemi energetici più efficienti d’Europa e a minor impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra. Un traguardo importante soprattutto se si considera che in molti paesi europei si ricorre ancora ad un forte utilizzo del nucleare.

    A dimostrarlo l’ISPRA con lo studio “Emissioni nazionali di gas serra: indicatori di efficienza e decarbonizzazione nei principali Paesi Europei” che mette a confronto l’evoluzione dei sistemi energetici dell’Unione prendendo in considerazione diversi fattori (andamento economico dei vari settori produttivi, composizione del mix di fonti energetiche fossili e rinnovabili insieme al loro consumo e alle emissioni di gas serra ad esso connesse).

    Il pedale dell’accelerazione nell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, solare termico, geotermico, eolico, bioenergie e rifiuti rinnovabili) l’Italia lo spinge nel 2007, portando nel 2016 la quota nazionale al 17% contro la media europea di poco superiore al 13%. Non solo. Nonostante il ruolo preponderante che ancora svolgono le fonti fossili in Italia, le emissioni di gas serra per unità di consumo di questo tipo di fonti sono tra le più basse a livello europeo (3,41 tonnellate di CO2 equivalente per ogni tonnellata equivalente di petrolio contro 3,56 tCO2eq/tep degli altri Paesi UE).

    In generale nel periodo 2008-2016, le emissioni di origine energetica rappresentano mediamente l’82% delle emissioni totali, mentre quelle prodotte da processi industriali e dall’agricoltura rappresentano rispettivamente il 7,4% e il 6,5%. Gli assorbimenti dovuti alle attività forestali nel periodo 2008-2016 ammontano mediamente a 28,3 Mt CO2eq/anno.

    Ancora, gli indicatori nazionali indicano un’elevata efficienza energetica ed economica: l’intensità energetica, espressa in termini di consumo interno lordo di energia per unità di PIL, è tra le più basse nei principali paesi europei, 98,50 tep contro 118,62 tep dei Paesi dell’Unione Europea nel 2016). Inoltre, le emissioni di gas serra nazionali per unità di consumo interno lordo di energia sono in linea con la media europea (2,76 tCO2eq/tep contro i 2,62 tCO2eq/tep dei Paesi UE), nonostante l’apporto di una non trascurabile quota di energia di origine nucleare ancora presente in Europa.

    Emissioni e Pil in Italia non seguono lo stesso andamento: il confronto del trend delle emissioni di gas serra con quello del PIL mette in risalto il loro disaccoppiamento. Nel periodo 1990-2016, infatti, la crescita delle emissioni è stata generalmente più lenta di quella dell’economia. A giocare un ruolo fondamentale, la sostituzione di combustibili a più alto contenuto di carbonio con il gas naturale, avvenuta principalmente nel settore della produzione di energia elettrica e nell’industria, unita all’incremento della quota di energia da fonti rinnovabili.

    Anche l’efficienza complessiva del sistema energetico è al di sopra della media europea: nel 2016 l’energia disponibile per i consumi finali nazionali costituisce il 78% dell’energia primaria contro il 72% della media dei Paesi UE, mostrando quindi una elevata efficienza di trasformazione energetica.

    Ottimi risultati anche per l’ industria italiana: il consumo di energia finale e le emissioni di gas serra per unità di valore aggiunto, collocano l’Italia tra i paesi con i valori tra i più bassi dei 28 Stati Europei (259 tCO2/M€ a fronte di una media EU28 di 306 tCO2/M€).

    Diversa, invece, la situazione del settore terziario dove si registra un’emissione per unità di valore aggiunto pari a 23 tCO2eq/M€ contro le 19 tCO2eq/M€ della media EU28. La pubblicazione si inserisce nel quadro più ampio delle attività svolte da ISPRA che riguardano i cambiamenti climatici. L’Istituto, infatti, produce annualmente l’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, ne calcola le proiezioni sul medio e lungo periodo, fornisce il supporto tecnico-scientifico al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per valutare le politiche che riguardano la riduzione delle emissioni. Inoltre, l’ISPRA sta collaborando con il MATTM per rilanciare il coordinamento gestionale delle stazioni di monitoraggio delle concentrazioni di CO2 in atmosfera e, nel settembre scorso, ha dato avvio alle attività del progetto ICAT (Initiative on Climate Action Transparency), un progetto di supporto ai Paesi emergenti e in via di sviluppo che hanno bisogno di formazione per migliorare la trasparenza negli impegni assunti con l’Accordo di Parigi. Più recentemente, l’Istituto ha introdotto il calcolo dell’andamento delle emissioni nazionali su base trimestrale

    notizie per professionisti

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    Agatos Service S.r.l. dal 2 Febbraio 2018 è Ente Accreditato presso l’Assessorato Regionale all’Istruzione e Formazione Professionale, Dipartimento Regionale Istruzione e Formazione Professionale della Regione Sicilia. Provvedimento di accreditamento: D.D.G. 1412 del 20 Aprile 2018 CIR ORGANISMO: BT2632

    Agatos Service S.r.l. in quanto affiliato di UniPro S.r.l. e UniPro Accademy permette l’assolvimento agli obblighi della formazione continua per ingegneri, architetti, periti industriali e geometri.

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    Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

    Contatta direttamente l’azienda compilando il seguente modulo ed allegando il tuo Curriculum Vitae