Nel mondo ci sono oltre 100 centri urbani alimentati almeno al 70% da fonti green. L’Italia vanta due punte di diamante – nel più ristretto gruppo di quaranta – che derivano il 100% dell’elettricità senza ricorso alle fonti fossili.

MILANO – Bolzano e Oristano paladine italiane delle rinnovabili nel mondo. Sul globo ci sono oltre cento città che dichiarano di ottenere almeno il 70 per cento dell’energia che le muove dalle fonti rinnovabili. E ce ne sono quaranta che sono alimentate interamente dalle fonti verdi, tra le quali rientrano appunto la provincia autonoma dell’estremo nord e il capoluogo della Sardegna centrale.

I dati sono stati diffusi dalla organizzazione non-profit Cdp, precedentemente nota come Carbon Disclosure Project, che copre 570 città del mondo raccogliendo da loro le informazioni sulla tematica energetica.

Fonti quali l’idroelettrico, il geotermico, il solare e l’eolico sono ampiamente maggioritarie nella propulsione di grandi centri come Auckland (Nuova Zelanda), Nairobi (Kenya), Oslo (Norvegia), Seattle (USA) e Vancouver (Canada). La lista completa di città rinnvoabili almeno al 70% si è allungata più del doppio rispetto al 2015, quando erano solo 42 città a dichiarare di aver raggiunto il 70% di alimentazione da fonti pulite. “Tra le città che, secondo i dati Cdp, possono invece possono vantare di essere alimentate al 100% da energia rinnovabile, ci sono le italiane Bolzano Oristano. La prima ricava la propria elettricità al 100% da fonti idroelettriche e ha già in atto un programma di generale riduzione delle proprie emissioni del 23% entro il 2020. Il capoluogo sardo invece ricava la propria energia da un mix di idroelettrico e solare”, dice una nota di Cdp.

Tra i maggiori centri urbani interamente rinnovabili del mondo, invece, si citano Burlington nel Vermont (Usa) che ricava l’elettricità da eolico, solare, idroelettrico e biomasse, il tutto gestito da una utility locale su una rete proprietaria; o ancora la capitale islandese Reykjavik che deve la sua virtuosità a idroelettrico e geotermico. L’altra città del Vecchio continente a essere interamente green è la svizzera Basilea, quindi l’Italia è l’unica nazione Ue con questa doppia rappresentanza.

“I dati CDP 2017 mettono in evidenza come le città stiano intensificando le azioni contro i cambiamenti climatici, con un significativo aumento dei report ambientali, degli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei piani di azione per il clima fin dal 2015, in seguito all’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi”, dice l’organizzazione. I dati arrivano per altro insieme all’annuncio da parte di UK100, network di amministrazioni locali britanniche, “dell’impegno di oltre 80 tra città e paesi del Regno Unito di completare la transizione al 100% alle fonti rinnovabili entro il 2050. Tra i sottoscrittori figurano Manchester, Birmingham, Newcastle, Glasgow e 16 distretti amministrativi di Londra”. Percorso già iniziato, ad esempio, negli Usa da oltre cinquanta municipalità. Secondo Cdp, nel mix delle fonti 275 città dichiarano di utilizzare energia idroelettrica, 189 eolica e 184 solare. Altre 164 utilizzano biomasse e 65 fonti geotermiche.

Le città del mondo alimentate da energie rinnovabili – Città che dichiarano di utilizzare almeno il 70% di energia da fonti rinnovabili
Città Paese Regione
Bangangté Cameroon Africa
Foumban Cameroon Africa
Addis Ababa Ethiopia Africa
Kisumu Kenya Africa
Nairobi Kenya Africa
Nakuru Kenya Africa
Quelimane Mozambique Africa
Dar es Salaam United Republic of Tanzania Africa
Harare Zimbabwe Africa
Inje South Korea East Asia
Ærøskøbing Denmark Europe
Gladsaxe Kommune Denmark Europe
Akureyri Iceland Europe
Reykjavík Iceland Europe
Bolzano Italy Europe
Oristano Italy Europe
Arendal Norway Europe
Bærum Kommune Norway Europe
Oslo Norway Europe
Braga Portugal Europe
Cascais Portugal Europe
Fafe Portugal Europe
Moita Portugal Europe
Porto Portugal Europe
Alba-Iulia Romania Europe
Ljubljana Slovenia Europe
Stockholm Sweden Europe
Basel Switzerland Europe
Lausanne Switzerland Europe
Nyon Switzerland Europe
Stadt Zürich Switzerland Europe
Angra dos Reis Brazil Latin America
Aparecida Brazil Latin America
Aracaju Brazil Latin America
Assis Brazil Latin America
Belém Brazil Latin America
Belo Horizonte Brazil Latin America
Birigui Brazil Latin America
Brasília Brazil Latin America
Brotas Brazil Latin America
Brusque Brazil Latin America
Cabreúva Brazil Latin America
Cajamar Brazil Latin America
Campinas Brazil Latin America
Campos de Goytacazes Brazil Latin America
Canoas Brazil Latin America
Capivari Brazil Latin America
Caxias do Sul Brazil Latin America
Cerquilho Brazil Latin America
Curitiba Brazil Latin America
Estância Climática de São Bento do Sapucaí Brazil Latin America
Estância Hidromineral de Águas de São Pedro Brazil Latin America
Estância Turística de Guaratinguetá Brazil Latin America
Estância Turística de ITU Brazil Latin America
Extrema Brazil Latin America
Fernandópolis Brazil Latin America
Florianópolis Brazil Latin America
Goiânia Brazil Latin America
Jaboatão dos Guararapes Brazil Latin America
Limeira Brazil Latin America
Lorena Brazil Latin America
Maceió Brazil Latin America
Mairiporã Brazil Latin America
Montes Claros Brazil Latin America
Niterói Brazil Latin America
Nova Odessa Brazil Latin America
Palmas Brazil Latin America
Salvador Brazil Latin America
Santos Brazil Latin America
São Caetano Brazil Latin America
São Gonçalo Brazil Latin America
São João da Boa Vista Brazil Latin America
São José do Rio Preto Brazil Latin America
São José dos Campos Brazil Latin America
Tatuí Brazil Latin America
Uberlândia Brazil Latin America
Vinhedo Brazil Latin America
Vitória Brazil Latin America
Temuco Chile Latin America
Bogotá Colombia Latin America
Ibagué Colombia Latin America
Medellín Colombia Latin America
Santiago de Cali Colombia Latin America
Quito Ecuador Latin America
León de los Aldamas Mexico Latin America
Chorrera Panama Latin America
Asunción Paraguay Latin America
Alcaldía de Córdoba Venezuela Latin America
Montreal Canada North America
North Vancouver Canada North America
Prince George, BC Canada North America
Vancouver Canada North America
Winnipeg Canada North America
Aspen USA North America
Burlington USA North America
Eugene USA North America
Seattle USA North America
Hobart Australia South Asia and Oceania
Auckland New Zealand South Asia and Oceania
Kapiti Coast New Zealand South Asia and Oceania
Wellington New Zealand South Asia and Oceania

Fonte: Repubblica.it

Dopo le tante variazioni susseguitesi nel tempo per snellire le procedure, parte il confronto per riscrivere la norma uniformandola alle regole regionali

È iniziato l’iter per la revisione del Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001). Nei giorni scorsi si è riunito per la prima volta il tavolo di lavoro composto da Ministeri, Conferenza delle Regioni e Rete delle Professioni Tecniche, istituito dal Ministero delle Infrastrutture per fare ordine nella normativa ed eliminare eventuali incongruenze.

In attesa del prossimo incontro, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha avviato un confronto interno.

Modifica del Testo unico dell’edilizia

Il Testo unico dell’edilizia è in vigore dal 2001. Negli anni ha subìto molte modifiche, elaborate con l’obiettivo di semplificare l’iter dei procedimenti. Il D.lgs. 301/2002 ad esempio ha modificato la procedura per il pagamento del contributo per il rilascio del permesso di costruire, la disciplina per la realizzazione di interventi con Super-Dia (oggi Scia alternativa al permesso di costruire) e l’iter per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria.

Un impatto abbastanza forte sul Testo unico dell’edilizia lo ha esercitato anche la Legge 326/2003 sul condono edilizio, che per evitare l’abbattimento di una serie di opere abusive ha rivisto la vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia e la disciplina sulle sanzioni.

Il DL “Incentivi” 40/2010 ha introdotto tre tipi di interventi di edilizia libera, per i quali è necessaria solo la comunicazione di inizio lavori (CIL) o la presentazione di una relazione tecnica. Tra gli interventi liberalizzati spiccano la manutenzione straordinaria, l’apertura di porte interne o lo spostamento di pareti interne.

Col il DL 78/2010 è poi arrivata la Scia, Segnalazione certificata di inizio attività, che ha sostituito la Dia e ha permesso l’avvio del cantiere nello stesso giorni di presentazione della domanda, senza dover più aspettare 30 giorni.

Sempre nello stesso anno, il Dpr 160/2010 ha introdotto il Suap, Sportello unico delle attività produttive, unico soggetto pubblico di riferimento territoriale per tutti i procedimenti relativi all’esercizio di attività produttive, di prestazione di servizi e agli interventi di localizzazione, realizzazione, trasformazione, ristrutturazione o riconversione, ampliamento o trasferimento di impianti produttivi.

Il DL 83/2012 ha introdotto in seguito il SUE, Sportello unico dell’edilizia, unico punto di accesso per tutti i nulla osta e pareri necessari al rilascio del permesso di costruire, e ha modificato ancora il procedimento per il rilascio del  permesso di costruire stabilendo che se entro 60 giorni non intervengono le intese e i nulla osta il responsabile dello sportello unico indice la conferenza di servizi.

C’è stato in seguito il Decreto del Fare (DL 69/2013) che ha introdotto la possibilità di realizzare interventi di ristrutturazione edilizia con cambio di sagoma, salvo nel caso di immobili vincolati. La modifica riscosse successo tra gli addetti ai lavori. Secondo il Consiglio degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc), la norma avrebbe consentito la rigenerazione del patrimonio edilizio italiano. Al contrario, l’Istituto Nazionale di Urbanistica parlò di “attentato alla storia edilizia dell’Italia, alle forme delle sue città e dei suoi paesi”.

Ricordiamo inoltre il decreto “Sblocca Italia” (DL 133/2014) che ha semplificato le procedure per la realizzazione di interventi all’interno delle unità immobiliari. La norma ha stabilito non solo che i lavori di manutenzione straordinaria che consistono nel frazionamento o accorpamento di unità immobiliari possono essere realizzati con Comunicazione di inizio lavori (Cil), anziché con Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), ma anche che i lavori possono comportare la variazione delle superfici delle singole unità e del carico urbanistico, a condizione di non modificare la volumetria.

Per pubblicizzare l’iniziativa, il Governo lanciò lo spot “è casa tua, decidi tu”contro il quale Confedertecnica presentò ricorso all’Agcm ritenendo la pubblicità ingannevole. Secondo i tecnici, la modifica dello Sblocca Italia non aveva introdotto una semplificazione di rilievo perchè rimanevano comunque da affrontare procedure complesse.

Con la riforma della Pubblica Amministrazione (Legge 124/2015) poi, si è arrivati ad un sistema di moduli edilizi unificati sul territorio nazionale per rendere più agevole l’attività dei professionisti.

Si pensi anche alla modifica della definizione di intervento di restauro e risanamento conservativo, introdotta con la Manovrina 2017 (Legge 96/2017), che ha reso più facili i cambi di destinazione d’uso nei centri storici, mettendo fine a contrasti interpretativi sul Testo unico.

Modifica del Testo unico dell’edilizia, confronto interno al CNI

Il CNI ha chiamato a raccolta i suoi rappresentanti territoriali, delle Federazioni e delle Consulte per elaborare proposte da discutere a livello territoriale. Questo perché, spiega il CNI, il Testo Unico dell’Edilizia regola molti procedimenti amministrativi di natura regionale; la natura variegata dei procedimenti rende quindi indispensabile un confronto con gli attori locali.

 

Fonte: EdilPortale.com

Safe School 4.0 è l’applicazione per smartphone e tablet in grado di misurare la vulnerabilità energetico-strutturale degli edifici scolastici per programmare e gestire in modo più economico e sostenibile gli interventi di riqualificazione e manutenzione degli immobili adibiti ad uso scolastico.

Safe School 4.0 è l’applicazione per smartphone e tablet in grado di misurare la vulnerabilità energetico-strutturale degli edifici scolastici per programmare e gestire in modo più economico e sostenibile gli interventi di riqualificazione e manutenzione degli immobili adibiti ad uso scolastico.

Nel darne notizia nella rubrica online @Eneainforma, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile spiega che inserendo le informazioni nelle apposite sezioni dell’applicativo, è possibile evidenziare: un report dei rilievi completo di foto; il livello della classe di merito energetica e degli interventi per ottimizzarne la prestazione; gli elementi di vulnerabilità strutturale e il livello di intervento richiesto per migliorare la sicurezza dell’edificio.

In particolare l’indagine strutturale si articola in tre sezioni:

  • Pericolosità del sito – registra i dati per valutare la pericolosità sismica del luogo di ubicazione della scuola;
  • Vulnerabilità – La struttura dei dati richiesti è ispirata alle schede di valutazione della Vulnerabilità Sismica redatte dal Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti (GNDT) e prevede delle sotto sezioni distinte per le due tipologie principali di edifici esistenti: C.A. e muratura;
  • Livello di intervento – Riepiloga quali sono gli aspetti più critici fino a definire il livello degli interventi necessari per migliorare le capacità dell’edificio.

Per quanto riguarda l’indagine energetica compilando i dati di input richiesti nelle diverse sezioni dell’applicativo, si ottengono i seguenti risultati finali:

  • il report del rilievo eseguito in formato editabile (completo di foto e riferimenti ad elaborati progettuali analizzati in fase di sopralluogo);
  • il livello della Classe di merito energetica (per riscaldamento ed elettrica) e l’elenco degli interventi necessari per migliorarne la prestazione;
  • il livello di Intervento ed il livello di priorità, evidenziando situazioni critiche dal punto di vista strutturale e permettendo una prima valutazione delle priorità di intervento;
  • un file in formato .xml contenente tutte le informazioni inserite dal tecnico, che verrà utilizzato da ENEA per creare una piattaforma informatica di pianificazione strategica per l’attuazione di interventi di sicurezza e di riqualificazione energetica per le scuole.

Fonte: UnioneIngegneri.com

In arrivo per l’Emilia-Romagna quasi un sesto del Fondo nazionale per abbattimento delle barriere architettoniche, rifinanziato dopo 14 anni di stop. Il riparto in Conferenza delle Regioni

Superano i 29 milioni di euro le risorse destinate all’Emilia-Romagna per abbattimento delle barriere architettoniche: quasi un sesto dei finanziamenti assegnati a livello nazionale, che complessivamente ammontano a 180 milioni.

Il riparto, deciso nei giorni scorsi a Roma in Conferenza unificata, vale per quattro anni (2017-2020) e permetterà di finanziare le domande di contributo che, nell’ambito delle graduatorie comunali, risultavano inevase a marzo 2017: in Emilia-Romagna sono 8.664. Si tratta di interventi finalizzati ad abbattere tutti quegli ostacoli domestici presenti in appartamenti o spazi comuni dei palazzi – come una scala, un gradino, una rampa ripida, oppure corridoi e servizi troppo stretti – che limitano o impediscono l’autonomia dei disabili. Lo schema di decreto approvato per la ripartizione dei contributi prevede la suddivisione delle risorse tra tutte le Regioni che hanno presentato il fabbisogno inevaso, in base alla legge 13/1989: quella che istituì il Fondo speciale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati, rifinanziata oggi dopo 14 anni di stop. E proprio per supplire alla mancanza di contributi statali, l’Emilia-Romagna nel 2014 creò un proprio fondo regionale, assegnando a Comuni e loro Unioni 6 milioni di euro in tre anni (dal 2015 al 2017), per finanziare questo tipo di interventi.

Dopo la firma del decreto, che sarà pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ed entrerà in vigore quindici giorni dopo, le risorse destinate all’Emilia-Romagna saranno ripartite tra i Comuni del territorio, che potranno far scorrere le graduatorie a partire dalle situazioni di maggiore gravità.

Gli interventi finanziati con l’ultimo bando regionale Nel 2017 la Regione, sulla base di uno specifico bando, ha finanziato con 2 milioni di euro le opere per abbattimento delle barriere architettoniche domestiche, quindi in abitazioni o nelle parti comuni degli edifici di residenza. Sono 633 le famiglie che hanno ricevuto i contributi per la realizzazione degli interventi: 491 hanno riguardato persone totalmente invalide e 142 quelle con un’invalidità parziale.

Fonte: UnioneIngegneri.com

Partirà a breve il nuovo bando da 100 milioni di euro per la realizzazione e completamento degli impianti sportivi nelle periferie italiane.

Ambiente: ENEA con 11 partner europei per produrre energia green da rifiuti e reflui. E’ l’obiettivo di REEF 2W, un progetto europeo partito di recente che vede l’ENEA capofila con 11 centri di ricerca e imprese fra cui il colosso francese Veolia Water e il Kompetenzzentrum Wasser Berlin partecipato dall’utility dell’acqua Berliner Wasserbetriebe/Berlinwasser Holding GmbH, una delle maggiori d’Europa e dalla Technologiestiftung Berlin di Germania. Altri paesi partner sono Croazia, Austria, Repubblica Ceca.

REEF2W. La novità di questo progetto sta anche nelle modalità di partecipazione e di comunicazione previste. Infatti, oltre alle valutazioni tecnico-economiche delle possibili soluzioni per sfruttare la frazione organica dei rifiuti urbani e i fanghi di depurazione per produrre energia nelle piattaforme di trattamento, ampio spazio viene dato alla valutazione delle ricadute in termini di minori impatti ambientali e benefici per le comunità locali.

Verranno quindi sviluppati appositi strumenti di valutazione integrata per individuare le tecnologie più opportune e i processi più ‘virtuosi’ a seconda delle diverse realtà territoriali; inoltre, i risultati ottenuti verranno trasmessi ai decisori finali attraverso corsi di formazione e informazione nei vai paesi dove le multiutility coinvolte sono presenti i quali potranno fare accordi per implementare il processo in altre località.

“La sfida principale è quella di poter rendere la gestione di reflui e rifiuti organici una risorsa e non un problema –sottolinea Roberto Farina esperto del Laboratorio Biomasse e Biotecnologie per l’energia dell’ENEA-. L’obiettivo è di sviluppare soluzioni per aumentare l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile nelle piattaforme di smaltimento e di arrivare alla ‘neutralità energetica’ attraverso l’integrazione ottimale fra la catena dei rifiuti solidi urbani con gli impianti di depurazione”.

In particolare, REEF 2W cercherà di sviluppare modelli che permettano di massimizzare gli output di energia rinnovabile ottenibile dalla fermentazione biologica di biomasse di scarto al fine di produrre energia da utilizzare innanzitutto all’interno del sito produttivo, mentre l’eventuale surplus potrà essere impiegato per alimentare reti locali di distribuzione, o da utilizzare nella mobilità pubblica al fine di arrivare alla neutralità energetica ed ambientale dei servizi di raccolta e trattamento reflui e rifiuti.

In ENEA il progetto REEF 2W fa capo al Dipartimento Tecnologie Energetiche, Divisione Bioenergia, Bioraffineria e Chimica Verde.

Fonte: UnioneIngegneri.com

C’è anche l’ENEA nel team tutto italiano che ha condotto il restauro della Fontana dei Tritoni sull’isola di Malta, grazie ad un accordo di collaborazione con l’impresa romana De Feo Restauri.

C’è anche l’ENEA nel team tutto italiano che ha condotto il restauro della Fontana dei Tritoni sull’isola di Malta, grazie ad un accordo di collaborazione con l’impresa romana De Feo Restauri. La sinergia tra un’azienda privata altamente specializzata e un ente pubblico di ricerca ha fornito un’impronta hi-tech al restauro del monumento simbolo della capitale maltese, avviando un’efficace attività di trasferimento tecnologico dal laboratorio all’impresa. Dopo un intervento durato dodici mesi, l’opera dello scultore Vincent Apap e dell’architetto Victor Anastasi è tornata a “dominare” l’ingresso de La Valletta, dichiarata Capitale europea della Cultura 2018. La grande vasca in travertino – con al centro tre Tritoni in bronzo che sostengono un’ulteriore vasca anche questa bronzea – era stata inaugurata nel 1959 ma nel tempo, a causa degli agenti atmosferici aveva perso il suo splendore originario.

“Il nostro compito – spiega la ricercatrice ENEA Valeria Spizzichino – è stato prima di tutto quello di identificare il tipo di degrado presente sulla superficie della vasca della fontana. E lo abbiamo fatto utilizzando sul luogo la nostra strumentazione laser mentre nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Casaccia e Frascati abbiamo analizzato i campioni prelevati 1. Questo tipo di indagine – prosegue la ricercatrice – ha permesso di individuare le cause del degrado e di identificare l’intervento di restauro più adatto”.

I ricercatori dell’ENEA hanno poi testato insieme ai restauratori diversi metodi di pulitura chimica della superficie utilizzando quattro tipi di impacco su altrettante aree della vasca. Tutti gli impacchi, costituiti per lo più da laponite e polpa di cellulosa, sono rimasti a contatto con la superficie della fontana per circa ventiquattro ore. “Successivamente abbiamo sottoposto le parti trattate ad analisi hi-tech riscontrando un’efficacia diversa associata ad ogni trattamento – sottolinea Spizzichino – ma in nessun caso sono state individuate tracce di rimozione della calcite del travertino, in pratica nessun danneggiamento subito dal materiale trattato. Le nostre tecnologie di diagnostica – conclude la ricercatrice – ci hanno permesso di individuare in modo preciso il restauro più adatto per la fontana”.

La ditta De Feo Restauri, vincitrice del bando pubblico indetto dal governo maltese per il restauro della fontana insieme alle ditte Coge Impianti e Fonderia Marinelli, ha coinvolto negli interventi l’ENEA come partner scientifico per le indagini diagnostiche. Già nel 2014 la ditta romana aveva lavorato al restauro delle mura de La Valletta nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione della città iniziato dall’architetto Renzo Piano.

Oltre alle attività di restauro, per la fontana sono state eseguite sofisticate opere impiantistiche che hanno visto la costruzione di una sala tecnica al di sotto della piazza, di un tunnel di collegamento di circa 40 metri e di una nuova stazione di pompaggio, insieme all’installazione di nuovi sistemi idraulici, elettrici e meccanici, di trattamento dell’acqua e di un nuovo sistema di illuminazione.

Fonte: UnioneArchitetti.it

Pubblicata dal Ministero del Lavoro la versione aggiornata giugno 2016 del Testo Unico sicurezza sul lavoro Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 .