In arrivo per l’Emilia-Romagna quasi un sesto del Fondo nazionale per abbattimento delle barriere architettoniche, rifinanziato dopo 14 anni di stop. Il riparto in Conferenza delle Regioni

Superano i 29 milioni di euro le risorse destinate all’Emilia-Romagna per abbattimento delle barriere architettoniche: quasi un sesto dei finanziamenti assegnati a livello nazionale, che complessivamente ammontano a 180 milioni.

Il riparto, deciso nei giorni scorsi a Roma in Conferenza unificata, vale per quattro anni (2017-2020) e permetterà di finanziare le domande di contributo che, nell’ambito delle graduatorie comunali, risultavano inevase a marzo 2017: in Emilia-Romagna sono 8.664. Si tratta di interventi finalizzati ad abbattere tutti quegli ostacoli domestici presenti in appartamenti o spazi comuni dei palazzi – come una scala, un gradino, una rampa ripida, oppure corridoi e servizi troppo stretti – che limitano o impediscono l’autonomia dei disabili. Lo schema di decreto approvato per la ripartizione dei contributi prevede la suddivisione delle risorse tra tutte le Regioni che hanno presentato il fabbisogno inevaso, in base alla legge 13/1989: quella che istituì il Fondo speciale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati, rifinanziata oggi dopo 14 anni di stop. E proprio per supplire alla mancanza di contributi statali, l’Emilia-Romagna nel 2014 creò un proprio fondo regionale, assegnando a Comuni e loro Unioni 6 milioni di euro in tre anni (dal 2015 al 2017), per finanziare questo tipo di interventi.

Dopo la firma del decreto, che sarà pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ed entrerà in vigore quindici giorni dopo, le risorse destinate all’Emilia-Romagna saranno ripartite tra i Comuni del territorio, che potranno far scorrere le graduatorie a partire dalle situazioni di maggiore gravità.

Gli interventi finanziati con l’ultimo bando regionale Nel 2017 la Regione, sulla base di uno specifico bando, ha finanziato con 2 milioni di euro le opere per abbattimento delle barriere architettoniche domestiche, quindi in abitazioni o nelle parti comuni degli edifici di residenza. Sono 633 le famiglie che hanno ricevuto i contributi per la realizzazione degli interventi: 491 hanno riguardato persone totalmente invalide e 142 quelle con un’invalidità parziale.

Fonte: UnioneIngegneri.com

Partirà a breve il nuovo bando da 100 milioni di euro per la realizzazione e completamento degli impianti sportivi nelle periferie italiane.

Ambiente: ENEA con 11 partner europei per produrre energia green da rifiuti e reflui. E’ l’obiettivo di REEF 2W, un progetto europeo partito di recente che vede l’ENEA capofila con 11 centri di ricerca e imprese fra cui il colosso francese Veolia Water e il Kompetenzzentrum Wasser Berlin partecipato dall’utility dell’acqua Berliner Wasserbetriebe/Berlinwasser Holding GmbH, una delle maggiori d’Europa e dalla Technologiestiftung Berlin di Germania. Altri paesi partner sono Croazia, Austria, Repubblica Ceca.

REEF2W. La novità di questo progetto sta anche nelle modalità di partecipazione e di comunicazione previste. Infatti, oltre alle valutazioni tecnico-economiche delle possibili soluzioni per sfruttare la frazione organica dei rifiuti urbani e i fanghi di depurazione per produrre energia nelle piattaforme di trattamento, ampio spazio viene dato alla valutazione delle ricadute in termini di minori impatti ambientali e benefici per le comunità locali.

Verranno quindi sviluppati appositi strumenti di valutazione integrata per individuare le tecnologie più opportune e i processi più ‘virtuosi’ a seconda delle diverse realtà territoriali; inoltre, i risultati ottenuti verranno trasmessi ai decisori finali attraverso corsi di formazione e informazione nei vai paesi dove le multiutility coinvolte sono presenti i quali potranno fare accordi per implementare il processo in altre località.

“La sfida principale è quella di poter rendere la gestione di reflui e rifiuti organici una risorsa e non un problema –sottolinea Roberto Farina esperto del Laboratorio Biomasse e Biotecnologie per l’energia dell’ENEA-. L’obiettivo è di sviluppare soluzioni per aumentare l’efficienza energetica e la produzione di energia rinnovabile nelle piattaforme di smaltimento e di arrivare alla ‘neutralità energetica’ attraverso l’integrazione ottimale fra la catena dei rifiuti solidi urbani con gli impianti di depurazione”.

In particolare, REEF 2W cercherà di sviluppare modelli che permettano di massimizzare gli output di energia rinnovabile ottenibile dalla fermentazione biologica di biomasse di scarto al fine di produrre energia da utilizzare innanzitutto all’interno del sito produttivo, mentre l’eventuale surplus potrà essere impiegato per alimentare reti locali di distribuzione, o da utilizzare nella mobilità pubblica al fine di arrivare alla neutralità energetica ed ambientale dei servizi di raccolta e trattamento reflui e rifiuti.

In ENEA il progetto REEF 2W fa capo al Dipartimento Tecnologie Energetiche, Divisione Bioenergia, Bioraffineria e Chimica Verde.

Fonte: UnioneIngegneri.com

C’è anche l’ENEA nel team tutto italiano che ha condotto il restauro della Fontana dei Tritoni sull’isola di Malta, grazie ad un accordo di collaborazione con l’impresa romana De Feo Restauri.

C’è anche l’ENEA nel team tutto italiano che ha condotto il restauro della Fontana dei Tritoni sull’isola di Malta, grazie ad un accordo di collaborazione con l’impresa romana De Feo Restauri. La sinergia tra un’azienda privata altamente specializzata e un ente pubblico di ricerca ha fornito un’impronta hi-tech al restauro del monumento simbolo della capitale maltese, avviando un’efficace attività di trasferimento tecnologico dal laboratorio all’impresa. Dopo un intervento durato dodici mesi, l’opera dello scultore Vincent Apap e dell’architetto Victor Anastasi è tornata a “dominare” l’ingresso de La Valletta, dichiarata Capitale europea della Cultura 2018. La grande vasca in travertino – con al centro tre Tritoni in bronzo che sostengono un’ulteriore vasca anche questa bronzea – era stata inaugurata nel 1959 ma nel tempo, a causa degli agenti atmosferici aveva perso il suo splendore originario.

“Il nostro compito – spiega la ricercatrice ENEA Valeria Spizzichino – è stato prima di tutto quello di identificare il tipo di degrado presente sulla superficie della vasca della fontana. E lo abbiamo fatto utilizzando sul luogo la nostra strumentazione laser mentre nei laboratori del Centro Ricerche ENEA di Casaccia e Frascati abbiamo analizzato i campioni prelevati 1. Questo tipo di indagine – prosegue la ricercatrice – ha permesso di individuare le cause del degrado e di identificare l’intervento di restauro più adatto”.

I ricercatori dell’ENEA hanno poi testato insieme ai restauratori diversi metodi di pulitura chimica della superficie utilizzando quattro tipi di impacco su altrettante aree della vasca. Tutti gli impacchi, costituiti per lo più da laponite e polpa di cellulosa, sono rimasti a contatto con la superficie della fontana per circa ventiquattro ore. “Successivamente abbiamo sottoposto le parti trattate ad analisi hi-tech riscontrando un’efficacia diversa associata ad ogni trattamento – sottolinea Spizzichino – ma in nessun caso sono state individuate tracce di rimozione della calcite del travertino, in pratica nessun danneggiamento subito dal materiale trattato. Le nostre tecnologie di diagnostica – conclude la ricercatrice – ci hanno permesso di individuare in modo preciso il restauro più adatto per la fontana”.

La ditta De Feo Restauri, vincitrice del bando pubblico indetto dal governo maltese per il restauro della fontana insieme alle ditte Coge Impianti e Fonderia Marinelli, ha coinvolto negli interventi l’ENEA come partner scientifico per le indagini diagnostiche. Già nel 2014 la ditta romana aveva lavorato al restauro delle mura de La Valletta nell’ambito di un più ampio progetto di riqualificazione della città iniziato dall’architetto Renzo Piano.

Oltre alle attività di restauro, per la fontana sono state eseguite sofisticate opere impiantistiche che hanno visto la costruzione di una sala tecnica al di sotto della piazza, di un tunnel di collegamento di circa 40 metri e di una nuova stazione di pompaggio, insieme all’installazione di nuovi sistemi idraulici, elettrici e meccanici, di trattamento dell’acqua e di un nuovo sistema di illuminazione.

Fonte: UnioneArchitetti.it

Pubblicata dal Ministero del Lavoro la versione aggiornata giugno 2016 del Testo Unico sicurezza sul lavoro Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 .