importante partano tanti piccoli cantieri

Siamo in un periodo dove ci sono tagli fortissimi nelle PA. Questo porta alla mancanza di risorse. La legge di stabilità è uno dei temi in discussione, ci sono diversi aspetti che dovranno essere valutati.

“Siamo in un periodo dove ci sono tagli fortissimi nelle PA. Questo porta alla mancanza di risorse. La legge di stabilità è uno dei temi in discussione, ci sono diversi aspetti che dovranno essere valutati. Posso dire che è intento comune, ma lo era già nel contratto di Governo, che ci fosse un’attenzione spostata sulle piccole e medie imprese. I progetti sono sbilanciati verso le grandi aziende, con importi che limitavano l’accesso alle piccole e medie. E’ importante che partano tanti piccoli cantieri rispetto a macro cantieri”. Così il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa, intervenuto alla tavola rotonda “La sfida delle conoscenze nei nuovi scenari 4.0” nell’ambito dei lavori del 63° Congresso degli Ingegneri Italiani.

Al dibattito ha partecipato anche Giuseppe Amaro (Gae Engineering srl) che ha sottolineato la necessità di avere nuove figure professionali giovani che sappiano utilizzare strumenti innovativi. Rita Cucchiara (Direttore Laboratorio Nazionale Intelligenza Artificiale) si è soffermata sull’intelligenza artificiale, fattore strategico in Italia e nel mondo intero, settore nel quale l’Italia dovrebbe cominciare ad investire, anche nella produzione. Stefano Cuzzilla (Presidente Federmanager) ha affermato che gli ingegneri sono una parte importante della sua organizzazione e, sulla base di questo osservatorio, ha constatato come dal mondo del lavoro arrivi la richiesta di esperienze trasversali e soft skills. Claudio Freddi (Business&Process advisor), infine, ha sottolineato la necessità di avere passione ed un continuo aggiornamento in modo da cogliere le numerose opportunità per gli ingegneri.

I lavori della mattinata, condotti dalla giornalista Simona D’Alessio, sono stati completati dalla tavola rotonda “Ingegneria: le nuove frontiere dei big data e della cybersecurity”. Agostino Bruzzone (Università Genova) ha affermato che in un’Italia in crisi economica permanente servono ragazzi che sappiano mettere mano sulle nuove tecnologie e che poi diventino classe dirigente. Domenico Favuzzi (Exprivia Italtel) ha testimoniato come la sua azienda selezioni ingegneri di quasi tutte le branchie ma con prevalenza nel mondo dell’informatica. Michele Pierri (Cyberaffairs) ha sottolineato come ormai sia cambiata radicalmente la percezione dell’ingegnere, diventato quasi una pop star del nuovo millennio, soprattutto coloro i quali agiscono nel settore informatico. In questo quadro le competenze dell’ingegnere devono essere trasversali. Giovanni Brusoni (SAS Institute Innovation Consultant) si è soffermato sui big data. A suo avviso è necessario raffinare la qualità di gestione dei dati in funzione della sicurezza.

I lavori del pomeriggio, condotti da Andrea Pancani (La 7) hanno vissuto un importante momento iniziale dedicato al progetto del CNI WorkING. “I dibattiti di questo Congresso – ha detto Gianni Massa, Vice Presidente CNI e responsabile del progetto – hanno messo in evidenza quanto i nuovi linguaggi stanno cambiando, evidenziando le nuove forme di lavoro, le competenze trasversali. Questo è il motivo per cui è nato WorkING. Siamo nella fase di partenza ma siamo in tanti, è un progetto che mette al centro le competenze. Gli studenti di ingegneria possono accedere e nel brevissimo potranno profilarsi”.

Germano Buttazzo (Sales Manager Linkedin) ha sottolineato l’importanza di un progetto come WorkING. Francesca Contardi (Managin Director EasyHunters srl) ha affermato che è giusto che un ordine professionale si muova nella direzione di WorkING. Gaetano Fausto Esposito (Segretario Generale Assocamerestero) ha segnalato la possibilità che WorkING si apra anche ad una rete internazionale. Giorgio Fipaldini (CEO Open Milano) ha affermato che progetti del genere se trovano l’entusiasmo del pubblico possono diventare determinanti. Catia Mastracci (Rete Eures), infine, ha confermato che il profilo degli ingegneri è tra quelli più gettonati. Soprattutto in Europa è molto alta la richiesta di ingegneri formati in Italia. A seguire il dibattito si è sviluppato attorno al tema dei servizi e le reti per i professionisti.

metropolitane

Gli interventi per il trasporto rapido di massa saranno finanziati dalle risorse 2018 del Fondo Investimenti. Il 29 ottobre info day per gli enti interessati

In arrivo nuove risorse per la realizzazione e il potenziamento delle metropolitane. È stato pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) l’Addendum all’avviso del 1° marzo 2018, che spiega agli Enti locali come richiedere i contributi per finanziare gli interventi sul trasporto rapido di massa e successivamente bandire le gare d’appalto per la realizzazione dei lavori.

Metropolitane, le risorse in campo

Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2017 (L.232/2016) ha istituito il Fondo Infrastrutture con una dortazione iniziale di 46 miliardi di euro. All’interno del Fondo, 1,4 miliardi di euro sono stati destinati e assegnati al trasporto rapido di massa. La Legge di Bilancio 2018 (L.205/2017) ha rifinanziato con 36 miliardi di euro il Fondo Infrastrutture, confermando i capitoli di spesa, quindi una nuova disponibilità di risorse per le metropolitane. In realtà il decreto che dovrebbe ripartire con precisione i fondi disponibili sui capitoli di spesa è ancora una bozza. E infatti nè l’avviso nè l’Addendum contengono delle cifre di riferimento. Tanto che nella nota esplicativa dell’avviso si legge “Per quanto riguarda l’assegnazione delle risorse da destinare al completamento e al potenziamento di interventi nel settore dei sistemi di trasporto rapido di massa si può ipotizzare la disponibilità di ulteriori risorse a valere sul Fondo Investimenti, istituito ai sensi dell’articolo 1, comma 140 della legge 11.12.2016, n. 232, e rifinanziato dall’articolo 1, comma 1072 della legge 27.12.2017, n.205”.

Nel frattempo gli Enti locali possono però iniziare a presentare delle proposte.

Trasporto rapido di massa, gli interventi finanziabili

Possono presentare domanda le Città metropolitane e i Comuni capoluogo delle città metropolitane, i Comuni capoluogo di Regione e i Comuni con oltre 100mila abitanti

Al contributo possono accedere gli interventi di rinnovo e miglioramento del parco veicolare, potenziamento e valorizzazione delle linee metropolitane, tranviarie e filoviarie esistenti, realizzazione di linee metropolitane, tranviarie e filoviarie ed estensione/implementazione della rete di trasporto rapido di massa, anche con sistemi ad impianti fissi di tipo innovativo.

La selezione degli interventi sarà eseguita ai sensi del DM n. 300 del 16 giugno 2017, recante le Linee guida per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche.

Trasporto rapido di massa, come chiedere i contributi

Per la richiesta dei contributi sono previste die scadenze, la prima il 31 dicembre 2018, la seconda il 30 settembre 2019.

Le istanze devono essere inviate alla Direzione Generale per i Sistemi di Trasporto ad Impianti Fissi e il Trasporto Pubblico Locale ed alla Struttura Tecnica di Missione esclusivamente via pec ai seguenti indirizzi: [email protected] e per conoscenza [email protected].

Tutti gli interventi oggetto delle istanze di finanziamento devono prevedere l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante per l’affidamento dei lavori entro il 31 dicembre 2021.

L’addendum ha messo a disposizione l’indirizzo [email protected] per fornire assistenza durante la compilazione delle richieste. È stato inoltre organizzato un Info day che si terrà il 29 ottobre 2018 presso la sala Emiciclo della sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le Amministrazioni interessate ad intervenire alla giornata informativa, devono segnalare la propria partecipazione entro il 24 ottobre p.v. all’indirizzo di posta elettronica: [email protected].

qualità delle costruzioni

Una delegazione dell’organizzazione dei professionisti tecnici italiani a confronto su diversi temi, tra cui la rigenerazione urbana e la qualità delle costruzioni.

Incontro al Ministero dei beni e delle attività culturali per la RPT. Una delegazione dell’organizzazione dei professionisti tecnici ha incontrato ieri il Direttore Generale della DGAAP del Ministero, Architetto Federica Galloni, e il Capo Segreteria Tecnica Annalisa Bottoni.

Tra i temi affrontati c’è stato quello dei beni vincolabili. Sul punto la Rete ha chiesto al Ministero di lavorare per la realizzazione di procedure più veloci atte a verificare se un edificio è assoggettabile o meno a un vincolo. Inoltre, è emerso che il Ministero sta lavorando alla realizzazione di linee guida per gli interventi in aree vincolate. In considerazione della carenza di figure tecniche nella pubblica amministrazione, più volte sottolineata dalla Rete, il Ministero ha confermato che procederà quanto prima all’assunzione di un numero notevole di professionisti tecnici.

Oggetto dell’incontro è stato anche il piano di rigenerazione urbana con l’elaborazione delle linee guida sulla qualità delle costruzioni. In particolare, le parti hanno convenuto sull’esigenza di realizzare un coordinamento, su questo tema, tra le professioni tecniche da una parte e Mit e Ministero dei Beni Culturali dall’altro. I rappresentanti della Rete, infine, hanno sottolineato anche la necessità di un coordinamento tra professionisti e il Ministero delle Politiche Agricole sulla questione della tutela del paesaggio agricolo.

decreto genova

I 360 milioni previsti per i prossimi 12 anni sono sufficienti? Perché dobbiamo far pagare ai cittadini quanto poteva da subito pagare Aspi?

A poche ore dall’assemblea nazionale dei delegati dell’edilizia, in programma oggi all’auditorium di Via Rieti a Roma con inizio alle ore 10:00, i sindacati delle costruzioni di Cgil Cisl Uil pongono al Governo 10 domande sul decreto Genova. Domande su cui “ci aspettiamo di avere risposte – fanno sapere le segreterie nazionali di Feneal Filca Fillea – così come ci aspettiamo una risposta alla richiesta avanzata al Governo di istituire al più presto un tavolo per una strategia di rilancio del settore, con il ruolo attivo della Presidenza del Consiglio, delle grandi imprese, delle grandi stazioni appaltanti pubbliche e dei lavoratori del settore”.

10 DOMANDE AL GOVERNO SUL DECRETO GENOVA

  • Non appare contraddittorio con lo spirito del Decreto e con la stessa nascita della Cabina Strategia Italia (art. 40), preoccuparsi del rilancio di Genova e della Liguria e di fatto bloccare le risorse per i cantieri già avviati, come quelli per il Terzo Valico?

  • Perché il decreto non prevede di stabilizzare la quota 60-40 per le manutenzioni in house, stralciando da tale percentuale tutti i lavori di nuova costruzione? Sarebbe il giusto segnale per accelerare Grandi opere, viabilità e progetti di manutenzione.

  • Escludere dai lavori gli operatori economici che hanno partecipazioni dirette o indirette in società concessionarie, non rischia di generare contenziosi e allungare i tempi? I 360 milioni previsti per i prossimi 12 anni sono sufficienti? Perché dobbiamo far pagare ai cittadini quanto poteva da subito pagare Aspi? Non sono troppo diluite nel tempo le risorse per garantire la certezza di pagamento dei Sal (Stato Avanzamento Lavori)?

  • Le lavoratrici e lavoratori di Autostrade, Pavimental, Spea ecc. beneficeranno di appositi ammortizzatori sociali, così come tutti i lavoratori, subordinati o autonomi, cui lavoro è stato comunque ridotto dagli eventi del crollo e da questo decreto?

  • Tutto il processo del nuovo ponte (dalla demolizione alla ricostruzione) avverrà senza gara e in deroga totale al Codice degli Appalti, con assegnazione diretta dei lavori. Vi sarà separazione tra progettazione ed esecuzione? Quale normativa anticorruzione, coordinata dall’Anac, si prevede? Si applicheranno le norme del Codice Appalti e del contratto nazionale dell’edilizia sul limite ai subappalti e sull’applicazione del contratto ai lavoratori? Si applicheranno le Terze Linee Guida antimafia come nel caso della ricostruzione del Centro Italia (settimanale di cantiere inviato anche alle Casse Edili)?

  • Perché la ricostruzione privata a Ischia non è stata equiparata a quella pubblica, con relative tutele previste dal Codice? Anche in questo caso, infatti, con i soldi pubblici, viene finanziato il 100% della ricostruzione. Perché è stata portata a 258 mila euro (dai 150 mila previsti) la soglia per la qualificazione delle imprese ai sensi dell’articolo 84 del Codice? Pur prevedendo la procedura senza gara e senza pubblicazione dei bandi, si applicherà per la ricostruzione degli edifici pubblici l’Offerta Economicamente più Vantaggiosa, visto il richiamo all’art. 77 del Codice? Interventi come quelli istitutivi del Durc per Congruità, condiviso dai sindacati e dalle associazioni datoriali, già applicati in altre circostanze analoghe, saranno replicati?

  • Quale interlocuzione ci sarà tra l’Autorità per i Trasporti, la nuova Agenzia e le organizzazioni sociali direttamente interessate dalla loro attività?

  • Il Decreto prevede una modifica formale del Commissariato Governativo per la ricostruzione del Centro Italia dopo il sisma del 2016. Vi sarà presto una nuova nomina? La strategia di tenere insieme ricostruzione e sviluppo aree interne sarà confermata?

  • L’art. 42 torna a destinare agli enti locali proprietari le risorse per la progettazione degli interventi per la messa in sicurezza delle scuole, dopo la chiusura della struttura di coordinamento Scuole Sicure. Visto che la maggior parte delle risorse finora stanziate non è stata spesa proprio per la carenza di organico o competenze degli enti locali, non si ritiene così di ritardare ulteriormente la messa in sicurezza delle scuole italiane? Non sarebbe stato meglio intervenire per qualificare le stazioni appaltanti locali, ridurne il numero, individuare centrali aggregate in condizione di progettare anche gli esecutivi?

  • Tutto il Decreto non prevede, a differenza del passato, il coinvolgimento delle forze sociali, sindacali e datoriali. Eppure per la ricostruzione è fondamentale il coinvolgimento oltre che degli Enti Locali anche della società civile e delle forze produttive. Questo anche al fine di evitare infiltrazioni, problemi, disagio sociale. Il Governo, direttamente o tramite i Commissari, cosa intende fare? Darà qualche indicazione al riguardo?

scuole verdi

É stato depositato nei giorni scorsi il disegno di legge – Scuole verdi -, che si propone di riqualificare l’edilizia scolastica in modo da far trascorrere agli alunni delle scuole primarie più tempo all’aperto grazie a giardini, orti e spazi verdi.

É stato depositato nei giorni scorsi, anche grazie a un lungo lavoro portato avanti negli anni scorsi dalla Lipu, il disegno di legge – Scuole verdi -, che si propone di riqualificare l’edilizia scolastica in modo da far trascorrere agli alunni delle scuole primarie più tempo all’aperto grazie a giardini, orti e spazi verdi. Meno cemento, dunque, e più verde favorisce – come sostenuto anche da psicologi infantili e pediatri – un maggiore benessere in un’età cruciale, decisiva per la crescita dei nostri giovani.

Un’idea elaborata da tempo dalla Lipu che nasce pensando al movimento statunitense No child left inside, che ha ottenuto dal Governo degli Stati Uniti una legislazione e fondi per la formazione che assicurassero ai ragazzi tempo all’aperto in giardini e spazi verdi. Depositato attualmente al Senato, il disegno di legge è composto da quattro articoli, che prevedono il riconoscimento istituzionale del verde come elemento fondamentale del percorso educativo e formativo nella scuola primaria (articolo 1), la promozione concreta di adeguati spazi verdi nelle scuole primarie italiane (articolo 2), l’emanazione di un decreto ad hoc da parte del ministero dell’Istruzione (articolo 3) e la necessaria copertura finanziaria (articolo 4).

Principi che valgono non solo nei progetti di nuova edificazione di Regioni e Comuni ma anche in tutte le occasioni di ristrutturazione, riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici ospitanti scuole primarie.

Fonte: UnioneArchitetti.com

Ingegneria delle Tecnologie per il mare

Partono a ottobre le lezioni del nuovo corso di laurea in – Ingegneria delle Tecnologie per il mare – ad Ostia promosso dall’Università degli Studi Roma Tre

Partono a ottobre le lezioni del nuovo corso di laurea in – Ingegneria delle Tecnologie per il mare – ad Ostia promosso dall’Università degli Studi Roma Tre in collaborazione con la Regione Lazio e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

L’apertura del corso di studi rientra nel più grande progetto della creazione di un polo universitario presso gli spazi dell’ex Enalc Hotel a Ostia, polo in cui, con la collaborazione del Centro Nazionale della Ricerca (CNR) ed in particolare dell’INSEAN, nonché dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), si formeranno i futuri ingegneri destinati a progettare e sviluppare le piattaforme offshore, gli impianti eolici, le turbine sottomarine.

Il corso di studi è pressoché unico in Italia ed offre una preparazione ingegneristica multidisciplinare tipica dei corsi di Marine e Ocean Engineering largamente diffusi all’estero, finalizzata alla soluzione delle problematiche ingegneristiche in ambiente marino, seppure escludendo dagli obiettivi la progettazione e costruzione di imbarcazioni e mezzi navali.

L’attività didattica del corso di Ingegneria delle tecnologie per il mare coniugherà la forte preparazione di base nel campo dell’ingegneria industriale, con un orientamento inedito verso le applicazioni in ambiente marino, sia dal punto di vista delle tecnologie industriali per lo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica, del moto ondoso e delle correnti marine) sia dello sviluppo delle relative infrastrutture costiere e di protezione dei litorali, in ottica di una maggiore sostenibilità ambientale.

Un orientamento in linea con gli indirizzi strategici Blue Growth dell’Unione Europea, tesi a cogliere le opportunità di crescita connesse con l’economia del mare. Il corso di Ingegneria del mare di Roma Tre a Ostia fornirà, inoltre, un’opportunità di valorizzazione del territorio costiero della Regione Lazio promuovendo la naturale vocazione, ancora non pienamente sfruttata, alle attività connesse all’ambiente marino.

Fonte: UnioneIngegneri.com

ingenio al femminile

A Torino la prima tappa di Ingenio al femminile l’evento ideato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri

struttura 3d artist

Il processo di creare con il computer forme tridimensionali all’interno di spazi virtuali nasce per una necessità del settore industriale. Inizialmente questi modelli 3d sono stati concepiti come supporto alla progettazione ma, con l’avvento di nuove tecniche e di nuovi software più sofisticati, i campi d’applicazione della grafica 3dsono notevolmente aumentati. Modellazioneanimazioneeffetti specialiluci, texturerendering sono ambiti talmente vasti e complessi che spesso richiedono una divisione dei ruoli e una preparazione specifica. Nascono dunque figure come il Modellatore 3d, l’Animatore 3d, l’Esperto di effetti speciali, professionisti che si sono specializzati in un determinato campo della grafica tridimensionale e lavorano insieme per curare ogni fase del loro progetto, anche se oggi capita spesso che sia una sola persona a svolgere gran parte di queste mansioni, mischiando le suddette competenze al senso artistico: i 3D Artist

Chi è il 3D artist: differenze con il Modellatore 3D

Un 3D Artist, detto anche Computer Grafico, ha dunque il compito di creare immagini in tre dimensioni tramite software di modellazione specifici, curando nei minimi dettagli il texturing, il surfacing, le luci, per poi inserirli in set digitali creando in fine le animazioni 3D.
Come già specificato, il 3D artist si differenzia dal semplice modellatore 3D, in quanto applica le sue competenze in campo artistico. Risulta chiaro che il 3D artist deve racchiudere in sè tanto le competenze tecniche quanto quelle artistiche per riuscire ad esprimere la sua creatività tramite gli strumenti informatici e digitali che ha a disposizione.

Sbocchi lavorativi per 3d Artist

Come detto in precedenza, il 3d Artist si occupa della grafica tridimensionale reinterpretata in chiave artistica, questo gli consente di trovare facilmente offerte di lavoro in tutti quei settori che richiedono, oltre alle competenze tecniche, estro e creatività. Ecco un elenco dei principali campi in cui c’è maggiore richiesta:

  • Industria cinematografica e televisiva
  • Industria dei videogames e di applicazioni video ludiche
  • Grafica Pubblicitaria
  • Web design
  • Applicazioni multimediali per smartphone e tablet
  • Produzione Artistica

All’estero, soprattutto negli Stati Uniti, il settore è ben consolidato e ci sono molte richieste e offerte di lavoro per queste figure professionali, ma anche lo scenario Italiano inizia ad offrire possibilità di impiego ai 3d Artist.

3d Artist Freelance

Degna di nota è anche la possibilità di esercitare questa professione in maniera autonoma. Non mancano i 3d artist freelance che riescono a ritagliarsi uno spazio nel mondo del lavoro contando solo sulle proprie forze, autopromuovendosi e confrontandosi con gli esperti del settore tramite attività di networking, riuscendo così a creare un proprio personal brand di successo.

Quanto guadagna un 3d Artist?

In materia di salari è difficile determinare uno stipendio medio per 3d Artist, tutto cambia in base alle capacità dell’individuo e al settore in cui decide o riesce ad operare. In maniera ufficiosa si parla di un guadagno mensile che varia dagli 800 fino ai 20.000 euro mensili, cifre più indicative che effettive, ma è chiaro che contribuire alla realizzazione grafica di film d’animazione 3d o di videogames innovativi consente un guadagno maggiore rispetto alla realizzazione di una grafica pubblicitaria per aziende locali. In oltre per quanto riguarda la produzione artistica personale e l’attività freelance si parla più di tariffe variabili relative ai singoli lavori più che di stipendio fisso. In conclusione: il salario di un 3d Artist cresce in funzione delle sue abilità e del lustro che le sue creazioni gli conferiscono.

Come diventare un 3D Artist

In questo lavoro le competenze tecniche sono il mezzo per trasformare le proprie intuizioni artistiche in prodotti vincenti, vediamo quindi come acquisirle e svilupparle. Innanzitutto è necessario conseguire una laurea in Disegno Industriale con indirizzo grafico per poi specializzarsi in grafica 3d tramite un corso o un master specifico. Parallelamente è possibile seguire corsi di modellazione on line rivolti a studenti, laureati, ma anche architetti o ingegneri.

Una volta acquisite le competenze tecniche, bisogna continuare il percorso di studi frequentando alcune scuole specifiche.
Si tratta dii istituti che offrono un piano di studi volto a istruire gli allievi sui maggiori software utilizzati nel settore, fornendo così le competenze necessarie ad esercitare la propria professione

  • Big Rock di Roncade, in provincia di Treviso
  • Rainbow Accademy a Roma
  • Nemo Nt di Firenze
  • Accademia delle Arti Figurative e Digitali Comics​
servizi ingegneria architettura

Dopo la leggera flessione registrata nel terzo bimestre del 2018, riprende a correre il mercato dei servizi di ingegneria e architettura.

Dopo la leggera flessione registrata nel terzo bimestre del 2018, riprende a correre il mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Sulla base dei dati elaborati dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, nei mesi di luglio e agosto sono state bandite gare per servizi di ingegneria “tipici” (escludendo dunque gli accordi quadro, i concorsi e le gare che prevedono anche l’esecuzione dei lavori) per un importo complessivo a base d’asta che supera i 111milioni di euro, contro gli 82,4 milioni dello stesso periodo del 2017.

Dei 123 milioni di euro complessivi posti a base d’asta nelle gare per i servizi di ingegneria, oltre il 90% è destinato alle gare per servizi senza esecuzione, mentre i 7 bandi del bimestre per accordi quadro costituiscono quasi il 7% dell’importo complessivo. In netto calo risultano, invece, le somme per i concorsi di progettazione e concorsi di idee, scese dagli oltre 371mila euro del bimestre luglio-agosto del 2017 ai 115mila del corrispondente periodo del 2018.

Limitando l’osservazione ai soli servizi di ingegneria “tipici”, il dato cumulato dei primi otto mesi dell’anno fa comunque registrare un incremento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2017, a conferma ulteriore di come il settore stia vivendo, ormai da due anni, una fase decisa di crescita economica.

Una crescita, quella degli ultimi mesi, dovuta anche alla ripresa delle grandi gare: tra i bandi di luglio e agosto, la quota di gare per servizi di ingegneria “tipici” (esclusi dunque, tra gli altri, gli accordi quadro) con importo superiore al milione di euro ha superato il 4% contro appena l’1,8% di maggio-giugno. Continua a calare, al contrario, la quota di gare con importo inferiore ai 40mila euro (gare che potrebbero essere affidate direttamente senza gara) che nel bimestre in esame è pari al 39%.

Anche nell’ambito delle gare assegnate, prosegue la fase congiunturale positiva: nel bimestre luglio-agosto gli importi medi di aggiudicazione hanno superato i 162mila euro, 26mila in più di quanto rilevato nel bimestre precedente. Ne traggono vantaggio anche i liberi professionisti che vedono aumentare l’importo medio delle gare loro affidate da 43.536 euro a 57.662 euro.

Ciò nonostante, la quota di mercato appannaggio dei liberi professionisti si mantiene costante intorno al 17%.

Fonte: UnioneIngegneri.com

gara di appalto salerno

Si tratta di una procedura aperta secondo quanto previsto dall’articolo 60 del nuovo Codice degli appalti con un valore intorno ai 18 milioni di euro

È stata pubblicata il 21 settembre la gara di progettazione per la realizzazione del nuovo Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno.

La Regione Campania, attraverso So.Re.Sa. Spa in qualità di stazione appaltante ausiliare, ha pubblicato il bando per la progettazione del nuovo complesso ospedaliero che avrà le caratteristiche di un policlinico universitario, e che offrirà servizi di un Dea di secondo livello con una potenzialità di circa 716 posti letto. Il nuovo ospedale prenderà il posto dell’attuale “plesso Ruggi”. Si tratta di una procedura aperta secondo quanto previsto dall’articolo 60 del nuovo Codice degli appalti con un valore intorno ai 18 milioni di euro, e potranno parteciparvi professionisti del settore, da soli o in associazione temporanea, che rientrino nei requisiti previsti dalla normativa vigente.

Il nuovo ospedale di Salerno è un’opera decisiva considerando che l’attuale struttura per i propri limiti è destinata alla chiusura – ha dichiarato il Presidente Vincenzo De Luca. Si tratta di una scelta coraggiosa.

Trovare complessivamente risorse per 400 milioni di euro per questa realizzazione è stato davvero un miracolo. Seguiremo con attenzione tutti i passaggi amministrativi fino alla realizzazione dell’opera, che diventa parte essenziale della rete ospedaliera regionale insieme all’Ospedale del Mare e al Policlinico di Caserta.

Fonte: UnioneArchitetti.com